Ugo Tognazzi tra film, ricette e passioni

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Dal cinema al rapporto fisico e appassionato con la cucina, ecco tutto quello che c'è da sapere su uno dei volti più noti della commedia italiana, che nasceva il 23 marzo 1922.

Il 23 marzo 1922 nasceva Ugo Tognazzi. A cento anni dalla sua nascita il suo talento e i suoi film sono più attuali che mai: basti pensare anche solo a I Mostri, Amici miei o Il Vizietto. Lui, che aveva il diploma da ragioniere e aveva iniziato la sua carriera nell'avanspettacolo, viveva per il cinema e la sua passione per la cucina. Dagli esordi agli ultimi, difficili anni, passando per le sue donne e la sua gioia di vivere, ecco chi era Ugo Tognazzi.

Ragioniere di giorno, attore di notte

Ugo Tognazzi nasce a Cremona il 23 marzo 1922. Il padre Gildo, ispettore di una società di assicurazioni, costringe la famiglia a trasferirsi in varie città. Nel 1936 tornano a Cremona, dove Tognazzi inizia a lavorare come ragioniere nel salumificio Negroni. Nel tempo libero si esibisce in una filodrammatica del dopolavoro aziendale. Durante la seconda guerra mondiale viene chiamato alle armi e si dedica a organizzare spettacoli di varietà per i commilitoni.

L'esordio al cinema

Nel 1945 la passione per il teatro spinge Tognazzi a trasferirsi a Milano. Qui partecipa a una serata organizzata al Teatro Puccini. La sua esibizione gli vale un ingaggio con la compagnia teatrale di Wanda Osiris. Partecipa al suo primo film nel 1950: si tratta de I cadetti di Guascogna di Mario Mattioli. Ma l'incontro che gli cambierà la vita è quello con Raimondo Vianello, con cui forma una coppia comica che ha fatto storia.

Vianello-Tognazzi, duo di successo

Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi lavorano insieme per la Rai nel varietà Un due tre dal 1954 al 1959. Da un lato c'è la comicità penetrante dell'attore cremonese, dall'altra quella più raffinata del marito di Sandra Mondaini. Risultato? Il loro diventa il primo esempio di programma televisivo di satira, capace di toccare anche il presente della Repubblica e quello del Consiglio, il che gli valse anche qualche guaio censorio. Prima di andare in scena, Tognazzi si fa raccontare da Vianello o dagli sceneggiatori i servizi dei tg e lui, che non ha la tv in casa, prima di andare in diretta, ne crea la parodia.

Il programma chiude il 25 giugno 1959, quando il duo Vianello-Tognazzi decide di mettere in burletta un incidente occorso la sera prima alla Scala, in cui il presidente Giovanni Gronchi era caduto perché la sua sedia, accanto al presidente francese De Gaulle, era stata spostata.

La commedia all'italiana secondo Tognazzi

Negli anni Sessanta Tognazzi passa alla commedia all'italiana, creando dei personaggi che, grazie al tuo talento, rende unici. Lo si vede in: Il federale (1961), La marcia su Roma (1962), Il magnifico cornuto (1964), Straziami ma di baci saziami (1968), Venga a prendere il caffè da noi (1970), La Califfa (1971), In nome del popolo italiano (1971), Vogliamo i colonnelli (1973), Romanzo popolare (1974), L'anatra all'arancia (1975), La stanza del vescovo (1977). La tragedia di un uomo ridicolo (1981) gli vale il premio di Miglior attore protagonista al Festival di Cannes.

Il sodalizio con Marco Ferreri

Marco Ferreri è il regista con cui Ugo Tognazzi riesce a instaurare un sodalizio personale e professionale particolarmente proficuo. Infatti, lo sguardo grottesco e surreale sulla realtà, spingono l'attore verso interpretazioni sopra le righe, molto distanti da quelle tipiche della cinematografia italiana. Tra i migliori lavori fatti insieme ci sono: Una storia moderna - L'ape regina (1963), Controsesso (nell'episodio Il professore) (1964), La donna scimmia (1964), L'uomo dei cinque palloni (1965), Marcia nuziale (1966), L'harem (1967), L'udienza (1972), La grande abbuffata (1973) e Non toccare la donna bianca (1974).

Amici miei e Il Vizietto

L'apice del successo della carriera di Tognazzi lo si ritrova nei suoi personaggi presenti nella trilogia Amici miei (1975, 1982 e 1985). Gli sketch che lo vedono protagonista sono ancora oggi un esempio di recitazione e creatività. Ma un altro film particolarmente importante della sua filmografia è Il Vizietto. Si dice che l'attore avesse odiato questo film sin dal titolo, ritenuto volgare e omofobo

Mostri vecchi e nuovi

Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman sono i protagonisti de I mostri (1963). Diretto da Dino Risi, questo film a episodi racconta la Roma dei primi anni Sessanta in tutte le sue sfumature. I personaggi sono tutti caricature di tipologie di persone realmente esistenti. Nel ricordare questo film, in un'intervista al Corriere della Sera il figlio Ricky Tognazzi racconta: «Per I Mostri si stropicciò i capelli e fece gli occhi storti, Gassman cercò di fregarlo togliendosi un dente nel trucco. I critici da ragazzo lo rimproveravano di non avere una sua caratteristica, all’epoca andavano i cappelli, le bombette, il borsalino». 

Nel 1977 Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola dirigono I nuovi mostri, riprendendo il modello a episodi del primo film e riportando sul set Gassman e Tognazzi, insieme con Alberto Sordi e Ornella Muti. L'intento è sempre lo stesso: raccontare l'Italia contemporanea, tra minacce di terrorismo e strade deserte. Per due ore si entra in contatto con una galleria di personaggi mostruosi, molto più comuni di quanto si pensi, eppure tanto universali da riuscire a parlare a un pubblico internazionale.

L'amore per la cucina

Una delle grandi passioni di Ugo Tognazzi è da sempre la cucina. La sua voglia di sperimentare lo guidava in territori sconosciuti, fino a creare il Maial Tonné, La Checca sul Rogo e i Coglioni di toro al Pernod. Nella sua casa di Velletri Tognazzi amava tenere riunioni affollate tra lo sportivo e il conviviale, dove familiari, colleghi e amici diventavano il suo pubblico temporaneo (e, perché no, anche delle cavie). Al centro di tutto, l'enorme frigorifero che lui considerava «la cappella di famiglia». Nel 1974 Ugo Tognazzi raccoglie le sue ricette più amate e le correda con un'Autogastrobiografia: nasce L'Abbuffone. Storie da ridere e ricette da morire. La prima edizione è pubblicata da Rizzoli, poi Avagliano Editore ne continua la diffusione. Scriveva nell'introduzione: «Ho la cucina nel sangue. Il quale, penso, comprenderà senz'altro globuli rossi e globuli bianchi, ma nel mio caso anche una discreta percentuale di salsa al pomodoro».

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LaPresse

Gli amori e i figli di Ugo Tognazzi

Ugo Tognazzi è stato un noto tombeur de femmes. Nel 1954 si innamora di una ballerina inglese, Pat O'Hara: dal loro amore nasce il figlio Ricky. I due però non si sposano. Nel 1961 conosce l'attrice norvegese Margarete Robsahm, che sposa due anni dopo e da cui ha il suo secondo figlio, Thomas. Ma anche questa unione dura poco: i due si lasciano nel 1966. Con Franca Bettoja le cose vanno diversamente: si sposano nel 1965, hanno due figli - Gianmarco e Maria Sole - e vivono in una grande casa a Velletri, insieme con il figlio Ricky.

Gli ultimi anni

Gli ultimi anni di vita di Ugo Tognazzi non sono stati all'altezza della sua carriera. Inizia a soffrire di depressione e sente di aver sbagliato tutto, di esser stato dimenticato dal pubblico. Muore nel sonno per un'emorragia cerebrale, a Roma, a 68 anni. Stava girando la serie televisiva Una famiglia in giallo. A lui, Maria Sole Tognazzi ha dedicato il documentario Ritratto di mio padre.

 

Stefania Leo