Stop ai test di medicina: cosa cambierà

L’abolizione del test di Medicina e del numero chiuso – in realtà solo posticipato - promettono di cambiare radicalmente l’accesso a determinate facoltà, già da quest’anno. Ma come cambierà esattamente? Vediamo insieme quali sono le novità che ci riserva l’abolizione al test.
Grandi cambiamenti si profilano all’orizzonte per chi aspira ad indossare il camice bianco. L’8 aprile scorso è stato sottoposto a parere parlamentare lo schema del decreto legislativo recante le nuove modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Medicina Veterinaria. La riforma prevede una revisione radicale del meccanismo di selezione e introduce un nuovo percorso di accesso, pensato per coniugare inclusività, merito e sostenibilità del sistema universitario.
L’abolizione del test di Medicina, tuttavia, non implica la reale abolizione del numero chiuso: in pratica, il test così come lo conosciamo da decenni verrà sostituito da un semestre-filtro aperto a tutti gli studenti, durante il quale questi dovranno superare alcuni esami caratterizzanti. Quindi, una selezione finale determinerà chi possiede le competenze e la motivazione necessarie e quindi potrà proseguire negli anni successivi.
Addio al test di medicina: abolizione e nuove modalità
Il precedente sistema prevedeva test d’ingresso nazionale a risposta multipla, con domande di logica, cultura generale, biologia, chimica, matematica e fisica. Ogni anno, decine di migliaia di studenti si contendono pochi posti disponibili, e il test – che si svolge in un’unica giornata – determina l’ingresso o l’esclusione. Con l’abolizione del test di medicina, il meccanismo cambia radicalmente.
Vediamo allora alcune delle novità del test di Medicina: in pratica, all’atto dell’iscrizione bisognerà dichiarare almeno 5 sedi in ordine di preferenza presso le quali si vorrebbe proseguire il corso di laurea magistrale in Medicina, Odontoiatria o Veterinaria. Dopodiché si potrà accedere liberamente al corso, cominciando a seguire il primo periodo di orientamento e selezione aperto a tutti gli studenti interessati.
Durante questo periodo, gli studenti dovranno superare una serie di esami fondamentali – che rientrano nell’ambito delle scienze biologiche, chimiche e fisiche – e ottenere una media prestabilita per rimanere nel percorso. Una selezione finale determinerà, sulla base di una graduatoria nazionale, chi tra gli oltre 60 mila partecipanti potrà immatricolarsi a Medicina: coloro i quali a questo punto non riusciranno a rientrare nel numero chiuso dei posti disponibili, potranno utilizzare i crediti ottenuti per proseguire l’anno in corsi di laurea correlati, anche se in sovrannumero, o cambiare completamente percorso rinunciando ai crediti maturati.
Questa modalità mira a offrire a tutti l’opportunità di mettersi alla prova concretamente, riducendo l’impatto dell’ansia da test e rendendo la selezione maggiormente basata sulla reale capacità di affrontare gli studi di medicina.
Le reazioni: tra entusiasmo e preoccupazione
L’abolizione del test di medicina e del numero chiuso - in realtà, come abbiamo visto, semplicemente posticipato - è stata accolta con grande entusiasmo da molti studenti e genitori. Per anni, il test di medicina è stato considerato una barriera d’ingresso iniqua, che spesso favoriva chi poteva permettersi corsi di preparazione costosi durante l’estate della maturità e penalizzava chi, pur essendo meritevole, non riusciva a brillare in una singola prova.
Secondo i sostenitori della riforma, le novità sui test di medicina rappresentano un passo verso una maggiore democratizzazione dell’accesso universitario: dare a tutti la possibilità di iniziare, valutandoli sul campo anziché attraverso una prova standardizzata, permetterebbe di scoprire talenti che altrimenti sarebbero rimasti fuori.
Tuttavia, non mancano le perplessità. Molti atenei temono un sovraccarico delle strutture: aule troppo piene, carenza di docenti, laboratori non adeguati a numeri elevati; inoltre aleggia il timore che una selezione iniziale meno rigida possa compromettere la qualità complessiva della formazione. Il Ministero, però, promette che sarà potenziata l’offerta didattica e sarà mantenuto un filtro meritocratico attraverso il sistema degli esami.
Test di medicina: una riforma destinata a cambiare tutto
L’abolizione del test di medicina e del numero chiuso rappresenta una delle riforme più significative del sistema universitario italiano degli ultimi decenni. Non si tratta soltanto di cambiare un meccanismo di accesso, ma di ripensare l’intero modello di selezione dei futuri medici: basato meno su una prova unica, più attento al percorso individuale, alle motivazioni e alla capacità di affrontare gli studi nel lungo periodo.
I vantaggi auspicati sono molteplici: maggiore inclusività, riduzione delle disuguaglianze, orientamento più efficace per gli studenti e valorizzazione del merito “in itinere”.
Sarà quindi fondamentale che il Ministero e le università lavorino in sinergia per garantire un sistema sostenibile, equo e di qualità. Una sfida ambiziosa, ma necessaria, per costruire una medicina del futuro più accessibile e, si spera, anche più umana.
Paola Greco
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