raddoppiaménto

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; da raddoppiare]. Atto, modo, effetto del raddoppiare o del raddoppiarsi; anche fig.: il raddoppiamento del tasso d'interesse; raddoppiamento di affetto. In particolare, in enigmistica, gioco che consiste nell'ottenere da una parola un'altra di diverso significato raddoppiando una consonante (per esempio, pala, palla).

Linguistica

Per raddoppiamento si intende la ripetizione di qualche elemento e può consistere nella ripetizione di un'intera parola con valore soprattutto intensivo (stanco stanco), della sola radice con valore soprattutto onomatopeico (latino turtur e italiano tortora), della consonante o del nesso consonantico iniziale con il supporto di determinate vocali in particolari formazioni morfologiche (presenti e perfetti latini raddoppiati come bi-bo, pe-puli), o di una singola consonante come avviene nel raddoppiamento sintattico caratteristico dell'italiano. È questo il fenomeno fonosintattico per cui la consonante iniziale di una parola viene raddoppiata specialmente dopo monosillabi terminanti con vocale semplice e dopo tutte le parole terminanti con vocale accentata; il fenomeno viene però registrato graficamente solo se le due parole sono unite nella scrittura (perocché o però che), altrimenti appare solo nella pronuncia (ciò fatto pronunciato ciò ffatto). Raddoppiamento è anche la figura retorica che consiste nella ripetizione immediata di una o più parole per dare maggiore risalto a ciò che si vuol dire: “Non son, non son io quel che paio in viso” (Ariosto).

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