Èco, Umbèrto

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critico, saggista e romanziere italiano (Alessandria 1932 - Milano 2016). Ordinario di semiotica all'Università di Bologna, oltre che brillante divulgatore e polemista, ha partecipato in prima persona ai dibattiti di fondazione e sviluppo della “neoavanguardia” letteraria, lasciando di quell'esperienza un'importante documentazione teorica (Opera aperta, 1962). Nel settore specifico della sua disciplina accademica ha privilegiato i problemi estetici trattati nel quadro metodologico dello strutturalismo e i fenomeni della comunicazione esaminati nel contesto dell'industria culturale e della società di massa. Tra le opere principali riferibili a quest'ambito di interessi si possono menzionare Il problema estetico in Tommaso d'Aquino (1956), Apocalittici e integrati (1964), La struttura assente (1968), il fondamentale Trattato di semiotica generale (1975), Il superuomo di massa (1976), Lector in fabula (1979), Semiotica e filosofia del linguaggio (1984), Sugli specchi e altri saggi (1985), I limiti dell'interpretazione (1990), La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea (1993), Sei passeggiate nei boschi narrativi (1994). Eco ha esordito in campo narrativo, riscuotendo un clamoroso successo internazionale, con il romanzo storico-culturale Il nome della rosa (1980), un “giallo” ambientato in un Medioevo denso di dottissimi riferimenti storici. L'esperimento è stato poi ripetuto con Il pendolo di Foucault (1988) che, pur sollevando maggiori riserve critiche, ha confermato la vocazione di Eco per una narrativa capace di fondere le più scaltrite tecniche filologiche con i più avanzati strumenti della promozione culturale. Nel 1994 ha pubblicato il suo terzo romanzo, L'isola del giorno prima, e nel 2000 il quarto, Baudolino. Nell'ambito della saggistica, ricordiamo il saggio filosofico di taglio autobiografico Kant e l’ornitorinco (1997) e la raccolta di saggi Cinque scritti morali. Tra menzogna ed ironia (1998), che registra un ritorno di Eco a uno stile più leggero e giocoso; i 4 saggi contenuti nell'opera trattano del mito di Cagliostro e dei Promessi Sposi, della comicità di Achille Campanile e della geografia immaginaria di Corto Maltese. Nel 2003 ha pubblicato Dire quasi la stessa cosa, una riflessione sui problemi semiotici posti dalla traduzione da una lingua a un'altra, l'anno successivo è uscito il romanzo La misteriosa fiamma della regina Loana. Nel 2006 ha pubblicato A passo di gambero. Guerre calde e populismo mediatico, raccolta di scritti vari e Sator arepo eccetera, nel 2007 Storia della bruttezza e Dall'albero al labirinto. Studi storici sul segno e l'interpretazione, una raccolta di saggi sul rapporto tra i fatti e le interpretazioni. Pubblica in seguito i romanzi Il cimitero di Praga (2010) e Numero zero (2015).