Lessico

sf. [sec. XIII; dal latino communicatĭo-ōnis].

1) Azione ed effetto del comunicare: tra noi non c'è comunicazione di idee; il rendere noto, diffusione, partecipazione: comunicazione di una notizia; il presidente ha fatto una comunicazione alla stampa; anche relazione su un dato argomento presentata in un congresso: leggere, stampare una comunicazione. Con sensi più specifici: A) comunicazione di massa, diffusione di informazioni, contenuti culturali, simboli, operata nelle società moderne da appositi mezzi di comunicazione (chiamati anche mass-media), capaci di raggiungere vastissimi settori di popolazione: giornali, riviste, manifesti, radio, televisione, cinema, tecniche di riproduzione acustica, ecc. B) Comunicazione nelle cose sacre, partecipazione di un cattolico a riti acattolici. Può essere formale, se vi si aderisce attivamente con la mente e il cuore; materiale, se la presenza è solo passiva. La Chiesa proibisce sempre la partecipazione formale, mentre tollera quella materiale per motivi di convenienza, fatta sempre salva l'occasione di scandalo.

2) L'essere in contatto, collegamento, anche ciò che serve a collegare: mi metterò in comunicazione con lui; le comunicazione sono interrotte per lo sciopero; essere in comunicazione, di ambienti, meccanismi, parti anatomiche, essere uniti da un passaggio, essere collegati; chiedere, interrompere la comunicazione, il contatto telefonico; mezzi di comunicazione, lo stesso che mezzi di trasporto; vie di comunicazione, le linee, le modalità e le tecniche relative ai trasporti terrestri, stradali o ferroviari, aerei, marittimi, fluviali. In particolare, trasmissione di informazioni che avviene attraverso segnali che possono essere acustici, ottici, chimici, elettrici, elettromagnetici, ecc. Per le modalità con cui tale trasmissione avviene e per la trattazione della teoria, si vedano le voci telecomunicazioni, informazione.

Etologia

Fenomeno per cui un animale produce uno stimolo capace di modificare il comportamento di un altro animale. Gli stimoli con funzione di comunicazione sono detti segnali. Si parla di comunicazione, tuttavia, solo nei casi in cui lo stimolo e la risposta allo stimolo siano coadattati, vale a dire se un certo stimolo si è evoluto insieme alla rispettiva risposta, a prescindere dal fatto che lo stimolo venga emesso attivamente o sia contenuto in qualche caratteristica dell'animale. Poiché gli stimoli sono percepiti tramite gli organi di senso, va da sé che i sistemi di comunicazione si sono evoluti in numero pari a quello delle possibilità di ricezione degli animali, con la prevalenza, in ciascuna specie, di quei sistemi per cui gli organi di ricezione sono meglio adattati. La comunicazione acustica si esplica attraverso l'emissione di segnali sonori. Ciascuna specie possiede organi adatti alla produzione di suoni di una certa gamma di intensità, frequenze e timbri e la capacità più o meno marcata, combinando diversamente queste caratteristiche, di produrre un certo numero di segnali diversi, appropriati, cioè, a diverse esigenze di comunicazione. Questo ha probabilmente determinato l'ampia diffusione dei segnali acustici. La comunicazione attraverso segnali sonori è presente praticamente in tutte le classi dei Vertebrati, ma numerosi Invertebrati (per esempio i Crostacei e soprattutto gli Insetti) possono usare segnali sonori. Il canto degli Uccelli rappresenta il segnale acustico più evoluto fra tutti gli animali subumani, in cui una serie di suoni diversi vengono combinati in “frasi” talvolta molto complesse. Gli organi ricevitori delle vibrazioni sono anch'essi molto vari, da semplici peli a organi più complessi, come l'orecchio dei Vertebrati. Appartiene alla comunicazione acustica anche la comunicazione ultrasonora, basata cioè sulla produzione di vibrazioni di frequenze più elevate di quelle percepibili dall'orecchio umano, presente nei Cetacei, nei Pinnipedi, nei Roditori e forse in altri animali. La comunicazione sonora è pluridirezionale, non essendo possibile, agli animali, controllarne la propagazione. La comunicazione chimica (olfattiva) è basata sulla emissione/ricezione di sostanze odorose (feromoni), di composizione chimica estremamente varia e spesso strettamente specifica. È questo il sistema di comunicazione più largamente diffuso fra gli animali e attraverso il quale ha luogo l'attrazione e il riconoscimento dei sessi anche nelle specie più primitive. Negli Insetti è molto diffusa ed estremamente sviluppata nelle specie sociali, che producono feromoni differenti con funzioni diverse. Nei Vertebrati sembra assente solo negli Uccelli, dotati globalmente di scarse capacità olfattive, e viene usata nella marcatura dei territori, di altri individui, nella comunicazione di recettività sessuale, ecc. La comunicazione olfattiva è probabilmente quella che permette di trasmettere informazioni semplici alle distanze maggiori e di lasciare tracce persistenti. Tuttavia, salvo che a brevissima distanza, risente delle perturbazioni del mezzo aereo o acqueo, essendo soggetta a trasporto passivo da parte delle correnti. Fossette olfattive e organi più complessi, come le cavità nasali dei Vertebrati, sono i recettori dei segnali chimici. La comunicazione visiva ha una distanza di impiego più ristretta e, poiché i segnali di cui si avvale sono in genere caratteristiche morfologiche o cromatiche dell'animale, è sviluppata nelle specie che hanno buone capacità di discriminazione visiva, come gli Artropodi, i Vertebrati e, in misura ridotta, i Cefalopodi. Spesso un intero comportamento ha funzione di comunicazione. La comunicazione visiva presuppone la presenza di luce nell'ambiente o l'emissione di luce da parte del segnalatore, sistema diffuso soprattutto in alcuni Insetti notturni e Pesci abissali. Pertanto è un sistema usato dagli animali essenzialmente diurni. La comunicazione tattile ha una notevole importanza nei Vertebrati, in cui è usata sia nei rapporti pacifici (fra madri e figli, fra individui adulti), in cui il contatto, accompagnato da comportamenti particolari, può avere funzione di acquietamento, sia nei rapporti antagonistici, in cui assume forme di urti, colpi, morsi, ecc. con funzione intimidatoria o di prevaricazione. In relazione allo sviluppo degli organi di senso, le varie specie usano prevalentemente uno o più sistemi di comunicazione: per esempio, un lupo marca il territorio orinando in siti particolari (segnale olfattivo), comunicando la sua presenza in quell'area a qualunque altro lupo vi transiti; se incontra un altro lupo, lo avvicina immediatamente e se questo fa parte del suo branco gli rivolge segnali amichevoli (segnali visivi di acquietamento), ma se è un estraneo avanza irrigidito, con la coda sollevata e il pelo del dorso irto e digrigna i denti (segnali visivi di minaccia). Se l'intruso non recede, lo urta con la spalla (segnale tattile di imposizione) ed eventualmente passa a vie di fatto (aggressione). I Vertebrati, in genere, usano tutti i sistemi suddetti, anche se gli Uccelli non usano la comunicazione olfattiva, e quella sonora, nei Pesci, è appena conosciuta. La comunicazione è una funzione essenzialmente intraspecifica ed è particolarmente sviluppata nelle specie sociali. In alcune di queste, e soprattutto fra le scimmie, l'intero repertorio può includere alcune decine di segnali diversi. In questi casi, ciascuno dei segnali può contenere una specifica informazione, o segnali diversi possono comunicare gradazioni diverse del medesimo stato emozionale, come l'inclinazione più o meno accentuata delle orecchie dei Canidi e dei Felidi, le gradazioni di colore assunte dai Ciclidi, ecc. Tuttavia esistono forme di comunicazione evolutesi nel contesto dei rapporti interspecifici, come quelle che permettono la coordinazione dei comportamenti fra simbionti. Per esempio, gli uccelli indicatori (Indicator) quando scorgono le mellivore emettono richiami caratteristici e agitano la coda spiegata, portandosi, con brevi voli, presso un alveare, del cui contenuto si cibano ma che non riescono ad aprire. I loro richiami e il loro comportamento inducono le mellivore a seguirli (sono dunque segnali di comunicazione interspecifica) fino all'alveare, che sarà rotto da queste, pure, come dice il nome, mangiatrici di miele. I nidiacei degli uccelli parassiti vengono nutriti dai genitori adottivi grazie al fatto che il disegno e i colori delle loro fauci sono un segnale che induce irresistibilmente i genitori a imbeccarli. Così pure molti segnali di allarme sia sonori che chimici, possono evocare la risposta appropriata in specie diverse. Nell'uomo la comunicazione ha la massima complessità fra tutti gli animali grazie al linguaggio parlato, che è un sistema di suoni articolati e codificati, e al linguaggio scritto, che è una serie di segni corrispondenti ai suoni del primo, ma anche nell'uomo è sviluppatissima la comunicazione non verbale, trattata in etologia alla stregua della comunicazione animale. Infatti in molti casi la comunicazione umana sembra avere radici in forme corrispondenti di comunicazione degli antenati subumani.

Filosofia

Nella filosofia classica (Descartes, Leibniz), il rapporto esistente tra due o più sostanze. In questa prospettiva s'inserisce il problema della comunicazione tra sostanze spirituali e corporee, intesa come un fattore che esprime un rapporto naturale e automatico. Un secondo significato è quello che le attribuisce la filosofia contemporanea (in particolare personalistica ed esistenzialistica): E. Mounier, pur affermando che “i valori supremi sono quelli della persona”, deve riconoscere che “allorché la comunicazione si rilascia, l'io si corrompe o si perde”; K. Jaspers giunge ad affermare che “tutto ciò che non si realizza nella comunicazione non esiste” e “nella comunicazione divengo manifesto a me stesso con l'altra persona”. Il problema è stato trattato anche da M. Buber e da M. Heidegger, ma era già stato introdotto da L. Feuerbach con la dottrina dell'io e del tu. Per N. Berdjaev, studioso di Kierkegaard e interprete dell'esistenzialismo religioso, la comunicazione così come è stata intesa finora è ancora qualcosa di superficiale ed esteriore. In Cinq meditations sur l'exsistence (1936; Cinque meditazioni sull'esistenza) preferisce parlare di "comunione" dove avviene la vera comunicazione, una partecipazione spirituale dell' "io" col "tu" nel "noi : “La comunicazione essendo simbolica, usa solo dei segni convenzionali” sostiene il filosofo "La comunione si distingue precisamente dalla comunicazione per il suo realismo ontologico”. Secondo M. Merleau-Ponty nell'ambito di una concezione esistenzialistica la comunicazione si basava sull'inserimento dell'individuo in una comunità astratta non ben definita. Comunicare vuol dire invece impegnarsi in un sistema di vita fatto di concrete relazioni storiche e sociali. K. O. Apel individua le condizioni universali e necessarie della comunicazione: la comprensibilità grammaticale del discorso; la verità; la veridicità delle intenzioni del parlante; la conformità alle regole della comunità dei parlanti. Queste regole logiche hanno anche una valenza etica perchè implicano il riconoscimento dell'uguaglianza degli interlocutori. La “comunità illimitata della comunicazione” consentirà il superamento della finitezza dell'esperienza dei soggetti parlanti. Al paradigma della produzione, caratteristico della società contemporanea, J. Habermas contrappone quello dell' “agire comunicativo”, che si traduce in un'etica del discorso. Le condizioni che rendono possibile la comunicazione sono le stesse che possono guidare l'agire (, 1986).

Informatica

Il mondo attraversa una fase di enorme progresso nel campo delle comunicazioni: negli ultimi vent'anni del Novecento, il miglioramento verificatosi indipendentemente nelle apparecchiature per il calcolo e in quelle per le comunicazioni è stato del 25% ca. ogni anno. Questa crescita vertiginosa ha posto le premesse per una vera e propria rivoluzione in campo informatico, che ha effetti diretti e immediati anche su tutte le altre attività umane, aprendo nuovi orizzonti di libertà personali e sociali, con una profonda capacità di trasformazione degli stili di vita, dei modelli di consumo e delle attitudini sociali almeno delle generazioni più giovani. Gli elaboratori, divenuti sempre più potenti ed economici, sono utilizzati in ogni campo, dai supercalcolatori, in grado di eseguire miliardi di istruzioni al secondo, ai personal computer e derivati, che rivoluzionano il modo di vivere e di lavorare di milioni e milioni di persone, ai microprocessori, che grazie al loro amplissimo spettro di applicazioni si trovano incorporati in una miriade di prodotti, dalle apparecchiature audio-video all'automobile, dai robot per l'automazione industriale agli elettrodomestici. Al contempo, la velocità e la portata delle reti hanno compiuto progressi altrettanto rilevanti ed è apparso sempre più evidente che la fusione tra le singole tecnologie avrebbe prodotto un'infrastruttura di immane potenzialità. Per definire questo sistema di comunicazione globale (linee telefoniche, cavi coassiali, computer, video, sistemi elettronici di memorizzazione, satelliti e altri dispositivi), capace di abbattere le barriere geografiche e temporali per offrire a imprese, organizzazioni commerciali o singole persone la possibilità di agevoli collegamenti per accedere in tempo reale a un vasto insieme di informazioni e di servizi sono impiegate anche espressioni come autostrada della comunicazione, autostrada informatica o autostrada delle informazioni. § Caratteristiche. La realizzazione di tale infrastruttura non è però un fatto di puro assemblaggio di reti e calcolatori, ma richiede che le reti siano dotate di tre caratteristiche essenziali: flessibilità nella trasmissione dell'informazione, servizi comuni e convenzioni comuni per la comunicazione. La flessibilità di trasmissione è necessaria per permettere all'infrastruttura di trasportare l'informazione da un elaboratore all'altro a vari livelli di velocità sicurezza e affidabilità, in modo che gli utenti possano scegliere la combinazione di velocità, sicurezza e affidabilità adatta alle loro esigenze, tenendo conto, ovviamente, del costo, proporzionale alla qualità del servizio richiesto. Le società telefoniche e altri costruttori di reticollegano sempre le più le proprie utenze attraverso fibre ottiche, capaci di trasmettere volumi di traffico anche centinaia di migliaia di volte superiori rispetto al tradizionale cavo di rame. Una rete digitale a larga banda è indispensabile per garantire prestazioni di multimedialità interattiva. La flessibilità consente inoltre agli utenti di potersi inserire nell'infrastruttura dove e quando vogliono; ecco perché accanto alle reti che realizzano il collegamento tramite cavi si sono sviluppate reti digitali senza fili, basate su sistemi cellulari o su satelliti, per consentire a utenti in movimento l'accesso all'infrastruttura mondiale dell'informazione. Questa deve poter garantire un insieme di servizi comuni a disposizione di tutti, almeno gli elenchi degli utenti e dei servizi (le cosiddette pagine bianche e gialle elettroniche). Un'infrastruttura informatica deve soprattutto consentire alla libera iniziativa di espandersi e perciò è opportuno che né le società telefoniche né qualsiasi ente centrale intervengano per decidere quali siano le convenzioni comuni di comunicazione da offrire. Questa scelta dovrebbe essere una prerogativa di organi esterni all'ambito dei gestori dei servizi. Anche per quanto concerne i servizi da offrire, è augurabile che nessun ente centrale abbia potere decisionale: sarà il mercato dell'informazione a decretare il successo o meno di prodotti e servizi ideati e proposti dagli utenti del sistema di comunicazione globale tramite i loro elaboratori. La possibilità di utilizzare semplici personal computer quali terminali, attraverso cui entrare nelle case di milioni di persone e offrire agli utenti, direttamente a domicilio, una serie teoricamente infinita di servizi e programmi costituisce un mercato dall'enorme potenziale di sviluppo. Si pensi, a titolo di esempio, all'apprendimento a distanza, alla spesa fatta da casa, ai programmi di intrattenimento a richiesta, come pure a nuovi servizi sviluppati appositamente per le attività professionali, per l'istruzione, per la sanità per la cultura, nonché alla possibilità di svolgere attività lavorativa a distanza (telelavoro). Sull'infrastruttura informatica è destinato a svilupparsi il sistema produttivo e commerciale, grazie alla capacità di far transitare lungo le arterie telematiche simultaneamente immense quantità di informazioni di ogni tipo, sotto forma di dati numerici, documenti testuali, elementi grafici, voci o brani sonori, immagini statiche o in movimento, alle quali qualunque utente dotato di adatto terminale potrà accedere da qualsiasi punto in qualsiasi momento. Molti ambienti di lavoro dei più svariati settori, come per esempio banche, compagnie di assicurazioni, imprese, aziende, dipendono in maniera preponderante dalla velocità e dalla precisione con cui circolano le informazioni. Poiché l'infrastruttura informatica ha come scopo primario la rapidità di trasmissione e l'elaborazione delle informazioni, i servizi destinati a migliorare la propria efficienza grazie all'infrastruttura stessa sono proprio quelli incentrati sull'informazione. Effettuare ricerche presso biblioteche e archivi, anche dislocati in altri Paesi e continenti, per ragioni di studio e di attività professionale richiede tempi enormemente più contenuti, con conseguente riduzione delle spese. Nel campo dell'istruzione, le reti informatiche diventano un prezioso ausilio, soprattutto per consentire agli studenti di interagire con ricche risorse intellettuali, rappresentate per esempio da biblioteche e musei lontani. Nei settori dell'intrattenimento e dell'editoria, gli effetti della rivoluzione informatica diventano sempre più significativi. § Problemi. È probabile che questa rivoluzione nel campo della comunicazione renderà possibile una migliore esecuzione delle attività svolte, accelerando i procedimenti in uso o migliorandone la qualità. Non essendo più condizionati da barriere temporali e geografiche, non siamo più costretti a una vita di relazione essenzialmente circoscritta alle persone a noi fisicamente più vicine. La possibilità di sottoporre a tutti le proprie idee ha accentuato lo sviluppo delle cosiddette “tribù” elettroniche, formate da persone che coltivano gli stessi interessi e sono legate da affinità culturali, superando ogni distanza geografica. Essendo in grado di manipolare immagini video, suoni e testi, gli elaboratori consentiranno di esplorare nuove prospettive e renderanno il confine tra esperienze virtuali e reali sempre più indistinto. Comunque sia, la realtà virtuale non potrà mai sostituirsi ai bisogni reali; inoltre, la disponibilità di eleboratori e reti non riuscirà ad accrescere la capacità umana di assorbire informazioni, oppure il numero di persone con le quali un individuo può entrare in rapporto o la qualità di questi rapporti. L'avvento dell'era dell'informazione non avrà, però, solo effetti positivi. Le nuove tecnologie accentueranno il divario tra i Paesi ricchi e quelli poveri se i primi non riterranno loro dovere intervenire per aiutare quelli in via di sviluppo nell'uso intelligente delle stesse. Elaboratori e reti, per esserci utili, dovranno aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi tangibili, difendendoci al contempo dalla massa di informazioni generata da altri nel tentativo di raggiungere i loro scopi. I rapidissimi progressi della tecnologia informatica e telematica hanno provocato il sorgere di un'ampia varietà di problemi che minacciano il delicato equilibrio tra libertà personali e protezione delle informazioni; i principi del diritto tradizionale, infatti, si sono rivelati insufficienti nel tutelare libertà e sicurezza nell'ambito del cosiddetto ciberspazio. Anche se spesso si afferma che uno dei massimi vantaggi offerti dalla rivoluzione informatica è la possibilità di un accesso illimitato a tutte le informazioni, è evidente che questo obiettivo è utopistico, non solo perché la divulgazione di informazioni riservate può risultare lesiva degli interessi economici o della vita privata di una persona o di un gruppo di persone, ma anche perché renderebbe troppo agevoli le interferenze informatiche. Proprio le caratteristiche di flessibilità, accessibilità e trasparenza che rendono ideali una rete, allo stesso tempo la rendono vulnerabile alle aggressioni esterne. La nuova realtà offerta dal mondo della comunicazione è molto lontana dal mondo della materia, nel quale si sono formati gran parte dei concetti filosofici, scientifici, giuridici e sociali. Ciò dipende essenzialmente dalla natura immateriale e insieme concretissima dell'informazione. Solo a partire dalla seconda metà del sec. XX è stata riconosciuta in modo esplicito l'esistenza del mondo della comunicazione accanto a quello della materia, con leggi diverse da quelle della fisica. Nel nuovo mondo non esistono leggi di conservazione: così, se aumenta il numero di partecipanti al processo di comunicazione, l'informazione non si divide, ma aumenta. Qui ogni cosa può rappresentarne un'altra, in base all'istituzione di un codice convenzionale e arbitrario, mentre nel mondo della fisica ogni cosa può rappresentare solo se stessa. Risulta perciò difficile trasformare concetti cui siamo abituati nel mondo ordinario per adattarli alla nuova realtà. Così, il furto di un oggetto, come per esempio un autoveicolo, appare un'azione molto più concreta del furto di un programma informatico, ma la situazione si capovolge se quel programma ha un ruolo essenziale nella produzione di massa dell'oggetto; la potenzialità operativa del programma restituisce in tal caso al furto un'evidente concretezza. Sono le ambiguità derivanti dalla natura moltiplicativa e non conservativa dell'informazione e dalla confusione tra i differenti livelli di concretezza alla base dei problemi. Due sono i pericoli che i frequentatori del ciberspazio devono cercare di evitare: cadere nella tentazione di negare concretezza all'informazione e scambiare la simulazione con la realtà. § Prospettive. Sarà possibile iniziare a godere i frutti della rivoluzione informatica solo quando sarà pienamente disponibile una robusta ed efficiente infrastruttura a livello globale. Quando questa sarà completamente operante bisognerà disporre anche di strutture adeguate tanto per rimediare a eventuali disservizi, quanto per proteggerla dai crimini informatici e da contaminazioni virali. La rete più avanzata in tal senso è Internet. L'era informatica, che tutti gli esperti del settore annunciano imminente, anche se ancora non sanno indicarne con precisione l'inizio, offrirà enormi possibilità di crescita. Interesse delle varie componenti del sistema delle comunicazioni operanti nel nostro Paese è realizzare una serie di poli avanzati nel campo informatico-telematico, per attrarre società di servizi, di software, di telecomunicazioni, allo scopo di rendere l'Italia un'area di eccellenza nelle attività di servizio alle imprese, alle comunità, ai cittadini, tramite le più avanzate tecnologie di comunicazione. L'attuazione di questo processo riuscirebbe ad accelerare la diffusione delle diverse forme di telelavoro e la creazione di un sistema di servizi per definizione non vincolati alla localizzazione geografica (call center, servizi on line, servizi Internet) e in grado di contribuire alla crescita del tessuto socioeconomico. § I sistemi via Internet, e più in generale il progresso legato alle potenzialità eccezionali delle tecnologie di informazione e comunicazione (Information and Communications Technology, ICT), fanno prevedere un indubbio miglioramento della qualità della vita quotidiana e lavorativa, consentendo inoltre di arginare lo spopolamento di molte zone dovuto a disoccupazione e isolamento. Non si è invece verificata un'immediata ripercussione di questo sviluppo sul mondo del lavoro, anzi, innovazione e razionalizzazione hanno addirittura portato a una diminuzione dell'occupazione. Gli esperti prevedono, però, nel medio e lungo termine che l'impatto delle nuove tecnologie sull'occupazione porterebbe a un notevole incremento dei posti di lavoro, anche se con un radicale cambiamento dell'organizzazione del lavoro. In questo campo si avvertirà una tendenza crescente a delocalizzare molte attività finora centralizzate e a ridurre le strutture gerarchiche. Si affermerà un nuovo modello di lavoro, caratterizzato da alta mobilità, crescente peso del lavoro autonomo, part-time, lavoro interinale, rapida obsolescenza delle specializzazioni e telelavoro; i nuovi lavoratori dovranno, perciò, essere disposti a una formazione permanente, anche a distanza, con adeguati supporti tecnologici. Il radicale cambiamento nel campo delle telecomunicazioni avrà profonde implicazioni sullo sviluppo culturale e sociale. Se da un lato vengono esaltati valori come creatività individuale, competitività, voglia di partecipazione, dall'altro è elevato il rischio di frammentare le culture e le comunità e di fornire a gruppi ristretti i benefici delle nuove tecnologie: l'individuo corre il pericolo di rimanere sempre più isolato e di impoverirsi culturalmente. Condizione essenziale per trasformare le informazioni digitali in conoscenza da usare è dotare l'utenza degli strumenti tecnici e culturali per usare i nuovi servizi. Un contributo significativo per cercare di colmare il gap all'accesso alle tecnologie informatiche, dovuto perlopiù a disparità di reddito, di etnia e di collocazione geografica, può venire dalla scuola. In Italia è stata avviata una sperimentazione su scala nazionale di didattica multimediale in scuole collegate in rete e in Internet, con l'obiettivo di dotare tutte le scuole, di ogni ordine e grado, di un'aula multimediale.

Psicologia

Processo attraverso cui il comportamento di un organismo costituisce uno stimolo per un altro organismo. Negli ultimi anni del Novecento la psicologia ha accolto particolarmente il modello teorico della teoria della comunicazione elaborato da Shannon e Weaver in campo ingegneristico; si assume quindi l'esistenza di un'origine e di una destinazione del messaggio; questo viene codificato in uscita dall'origine e inviato in un canale, posto tra origine e destinazione, e quindi viene decodificato all'entrata della destinazione. È stato osservato (Osgood, 1963) che questo modello, per avere un'utilità operativa in psicologia, è troppo generale e richiede ulteriori specificazioni; nell'individuo, infatti, coesistono origine e destinazione del messaggio; inoltre vanno considerati due processi di codificazione (e decodificazione) e due canali; il primo avviene tra un organismo e l'altro, il secondo all'interno dell'organismo che riceve il messaggio. Per esempio, se il messaggio è verbale, il primo organismo lo codificherà in parole e lo trasmetterà attraverso il canale rappresentato dall'aria interposta tra lui e l'altro organismo. Qui giunto, però, l'organo recettore (in questo esempio l'orecchio) si comporterà ancora da origine per ciò che riguarda la trasmissione del messaggio dalla periferia dell'organismo al centro. Il messaggio verrà cioè decodificato e ricodificato nuovamente, venendo trasformato da energia sonora in impulsi nervosi; questi verranno inviati al centro attraverso un canale costituito dalle vie nervose. Le funzioni della comunicazione venivano sostanzialmente distinte da K. Bühler (1934) in espressiva o emotiva (la comunicazione è rivolta a esprimere lo stato dell'origine e ne costituisce un sintomo); conativa o appellativa (il messaggio è sostanzialmente riferito alla destinazione, di cui intende modificare lo stato); referenziale o rappresentativa (il messaggio costituisce il simbolo di una situazione esterna, indipendente a origine e destinazione). A queste tre funzioni classiche ne sono state aggiunte altre tre da R. Jakobson (1958): funzione poetica o ludica (il messaggio è centrato su di sé); funzione segnalante (il messaggio è centrato sul canale e mira ad accertare la regolarità della comunicazione); funzione metalinguistica (il messaggio è centrato sul codice, per esempio quando l'origine mira ad accertare che il codice da essa usato sia lo stesso di quello usato dalla destinazione). Nell'interazione umana si possono osservare due livelli di comunicazione: verbale e non verbale (o analogica). Quest'ultima comprende i gesti, la postura, il tono e le inflessioni della voce, le espressioni del viso, ecc. Mentre la comunicazione verbale viene utilizzata principalmente per scambiare informazioni sugli oggetti, cioè messaggi di contenuto, quella analogica qualifica la prima ed esprime messaggi che definiscono il tipo di relazione tra i membri. La risposta a tali messaggi può essere di conferma, rifiuto o disconferma.

Sociologia

Gli studi sociali sulla comunicazione si sono costituiti allo scopo di integrare le analisi delle relazioni verbali e non verbali prodotte da altre discipline (psicologia, semiologia e semiotica, informatica, linguistica) con un approccio orientato all'approfondimento delle dinamiche interpersonali connesse allo scambio di messaggi e informazioni. La comunicazione è perciò intesa come elemento basilare di un sistema di interazione sociale enormemente sviluppatosi nelle società neo- o postindustriali. Basti pensare al circuito della moda e della pubblicità, all'imponente sistema di segni (iconici) che regola la nostra vita quotidiana – dalla segnaletica stradale alla scansione del tempo legata alla programmazione televisiva o ai codici della “temporalizzazione digitale” – sino allo sviluppo di modelli espressivi e gestuali originali. Rientrano in questa categoria fenomeni quanto mai eterogenei, ma che attirano l'interesse del sociologo, come la valorizzazione dell'esteriorità fisica o il simbolismo espressivo violento legato ai movimenti politici o al tifo sportivo. La comunicazione può quindi configurarsi come linguaggio della società, entro una rete di relazioni più o meno complesse. Linguaggio, come si è detto, non necessariamente verbale, ma sempre definito dalla presenza di un codice che consente l'interpretazione dei segni, cioè di quelle manifestazioni o di quegli eventi che rappresentano – o significano – altri eventi, messaggi, contenuti simbolici. Quanto alla comunicazione verbale propriamente intesa, anch'essa rientra nel circuito dei comportamenti segnici descritti da C. Morris. Essa riflette, infatti, eventi, circostanze e situazioni che conferiscono senso e specificità a quella determinata espressione o che favoriscono la diffusione di quel particolare gergo, che a sua volta rinvia a un gruppo di riferimento o a una vera e propria subcultura. Nella decodifica del messaggio è perciò essenziale la corretta percezione delle informazioni e dei segnali, che possono essere alterati da “rumori” o interferenze di natura sociale, secondo i modelli di analisi cibernetica dei circuiti di comunicazione. Questi, infatti, non si esauriscono nella trasmissione o nello scambio di informazioni, ma – presupponendo un codice e dei significati – mettono in atto una vera e propria relazione sociale, che la grande dilatazione delle potenzialità tecnologiche dei mezzi di comunicazione di massa rende virtualmente illimitata e analiticamente complessa.

Sociologia: comunicazione e nuove tecnologie

Il sorgere di una classe di media di nuova generazione (canali televisivi digitali tematici, reti telematiche, sistemi tecnologici integrati) coincide col declino della comunicazione di massa come modello centrale dei processi comunicativi, trasformando profondamente la produzione e il consumo di comunicazione e ridisegnando l'equilibrio preesistente fra agenzia comunicativa e pubblico. L'assetto dei rapporti comunicativi che si basava sulla presenza dominante dei mass media (giornali, emittenti radiofoniche, canali televisivi analogici generalisti) agiva secondo una logica di comunicazione definita one to many (uno a molti): ossia, seguendo un flusso che procedeva invariabilmente dalla singola agenzia comunicativa (one) alla vasta platea di pubblico (many), che a sua volta poteva soltanto recepire o rifiutare, ma era impossibilitato a interagire. Il nuovo equilibrio stabilitosi con l'avvento dei new media converte la logica di comunicazione, trasformandola in many to one (da molti a uno, in quei casi sempre più frequenti in cui il pubblico riesca a influenzare i piani operativi dell'agenzia comunicativa), se non addirittura in many to many (da molti a molti, quando l'agenzia comunicativa si limita a mettere a disposizione le reti entro le quali gli utenti dismettono la loro identità di "pubblico" per trasformarsi in attori). I mutamenti nel modo di instaurare i canali di comunicazione appena descritti hanno prodotto una conseguenza sociologicamente rivoluzionaria nel modo di produzione e appropriazione dei contenuti: il passaggio dalla dipendenza all'interconnessione nel rapporto tra il pubblico e il medium. Il primo modello di comunicazione, proprio dei mass media, disegna un rapporto nel quale il pubblico è soltanto il destinatario dei contenuti; esso è posto al termine di una catena tecnologico-comunicativa che gli assegna esclusivamente un ruolo di ricettore. Il secondo modello, reso possibile dai new media, conferisce viceversa al pubblico un ruolo attivo, che lo pone a un livello intermedio della catena di cui egli stesso è parte. Il salto di qualità fra i due modelli è garantito dalla diversa distribuzione della tecnologia nelle due catene: in quella della dipendenza essa si colloca completamente o quasi dalla parte dell'agenzia comunicativa; in quella dell'interconnessione, viceversa, è distribuita lungo tutto il suo snodarsi secondo diverse gradazioni. Così il lettore di un giornale dispone soltanto di un prodotto finito (la copia cartacea) senza nessun accesso alla tecnologia che lo ha creato; viceversa, il telespettatore di un canale digitale può gestire a proprio piacimento la visione dell'evento grazie alla disponibilità di un livello elevatissimo di opzioni tecnologiche. In questo senso, l'interconnessione rappresenta un deciso passo verso la democratizzazione della comunicazione: la disponibilità diffusa di tecnologia rende più facile l'accesso alle informazioni, consente di selezionarle in modo autonomo, soprattutto permette al singolo attore di inserirsi con la possibilità di far sentire la propria voce grazie alle sconfinate opzioni garantite dalle reti telematiche.

Urbanistica

Il termine definisce il complesso sistema organizzato di attività e attrezzature intese a instaurare, sul territorio, i collegamenti tra e negli insediamenti umani, comprendendo estensivamente ogni modalità del passaggio da punto a punto di qualsiasi oggetto di approvvigionamento o scambio necessario all'esistenza biologica, relazionale, economica e sociale delle comunità insediate. I sistemi di comunicazione urbanistica si possono rappresentare come sistemi reticolari sovrapposti, ciascuno conformato secondo specifiche leggi e che possono avere punti di scambio comuni (nodi intermodali): porti, aereoporti, stazioni ferroviarie, emittenti radio-televisive, centrali elettriche, ponti radio per la telefonia cellulare, ecc. Risulta evidente il ruolo primario delle comunicazioni nella strutturazione urbanistica del territorio. Per costruire e insediare una comunità in un'area, l'accessibilità è una condizione necessaria per la possibilità stessa dello sviluppo civile. Sebbene progressivamente perfezionate, ruota, trazione animale e vela sono rimaste tecniche primarie indiscusse fino al sec. XIX, quando la rivoluzione industriale impose un radicale salto qualitativo con le tecnologie del ferro, le macchine a vapore e a scoppio, l'aereonautica, l'elettricità, la radio e le telecomunicazioni. Da questo momento le comunicazioni tendono a specializzarsi secondo due categorie principali: le reti infrastrutturali che implicano il trasporto materiale di persone e cose e le reti per il trasporto immateriale dell'informazione. Alle prime appartengono i sistemi di trasporto con vari mezzi vettori che utilizzano vie di traslazione suddivise in vie terrestri, marittime, aeree e spaziali, a loro volta gerarchizzate (per esempio le terrestri in strade pedonali, veicolari, autostrade, statali, provinciali, comunali, urbane, di scorrimento, di impianto, di distribuzione interna, ecc.). Lo stesso si può dire delle ferrovie, delle rotte marittime, fluviali, delle canalizzazioni navigabili, delle rotte aeree o delle orbite spaziali, ecc. Alle seconde appartengono i sistemi di trasmissione e ricezione delle informazioni secondo due tecnologie di traslazione del messaggio: attraverso la via fisica del cavo (per esempio il doppino telefonico in rame o il cavo superveloce in fibra ottica per le reti di computer) o attraverso la propagazione via etere delle onde elettromagnetiche (segnale radio, televisivo, telefonia mobile, comunicazioni satellitari). Tutte le reti di comunicazione hanno un'incidenza fisica sul territorio, producendo emergenze e confinamenti più o meno visibili e attraversabili: ponti e viadotti, canalizzazioni, tralicci e antenne, tracciati asfaltati e recintati, strade ferrate, ecc. Uno dei lasciti più chiaramente riconoscibili del mondo contemporaneo cosiddetto “industrializzato”, e ormai post-industriale, è la sua interconnessione crescente, dalla piccola scala dei suoi terminali alla copertura di territori a scala planetaria. Questo crea una sempre maggiore complessità delle reti che rendono la nostra società potentissima negli spostamenti e nella capacità di trasportare risorse lì dove esse sono necessarie, sensibilissima e reattiva in ogni suo punto innervato, ma contemporaneamente vulnerabile per i rischi esponenziali e sempre più imprevedibili che ogni sistema complesso subisce. Questo modello di sviluppo ha tuttavia ancora bisogno di profondi correttivi per la sua sostenibilità in quanto, oltre alla sua crescente vulnerabilità, non si sta realizzando in modo omogeneo, ma si concentra a macchia di leopardo nelle aree metropolitane dei Paesi più sviluppati, abbandonando intere aree continentali, sconfinate e abitate da popolazioni che si confrontano ancora con problemi cronici di fame, epidemie e guerre devastanti.

Bibliografia

Psicologia

R. Jakobson, M. Halle, Fundamentals of Language, Gravenhage, 1956; G. A. Miller, Language and Communication, New York, 1963; L. Alici, S. Arcodeo, N. Bacrin, I linguaggi della comunicazione, Padova, 1987.

Etologia

H. Thorpe, Bird Song, Cambridge, 1961; T. A. Sebeok (a cura di), Animal Communication, Bloomington, 1968; H. e M. Frings, La comunicazione animale, Torino, 1971; G. Bateson, Mente e natura, Milano, 1988.

Urbanistica

J. Beaujeu Garnier, G. Chabot, Trattato di geografia urbana, Parigi, 1963; L. Benevolo, Le origini dell'urbanistica moderna, Bari, 1989.

Sociologia

D. de Gregorio, Teoria e storia della comunicazione sociale, Roma, 1975; K. O. Apel, Comunità e comunicazione, Torino, 1977; A. Mancarino, Sociologia dell'azione comunicativa, Napoli, 1988.

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