Ùdine (provincia)

Indice

ex provincia del Friuli-Venezia Giulia.  Dal 2014 la provincia di Udine ha cessato di esistere come ente locale, avendo cessato le sue funzioni il 22 aprile 2018. Al suo posto è stata istituita l'Unione Territoriale Intercomunale (UTI) del Friuli centrale, istituita con la legge regionale 26/2014 Riordino del sistema Regione - Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia. La sede dell'UTI del Friuli Centrale si trova nella città di Udine. I comuni che ne fanno parte sono Udine, Campoformido, Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Pozzuolo del Friuli, Pradamano, Reana del Rojale, Travagnacco e Tricesimo. Supeficie: 274,1 kmq; Ab. 170.123 (2017).

Generalità

La provincia di Udine, l'unica della regione la cui istituzione risalga a pochi anni dopo l'Unità d'Italia (1866), era anche la più vasta e la più popolosa, benché nel 1968 sia stata notevolmente ridotta in seguito alla costituzione della nuova provincia di Pordenone

Territorio

Il territorio, che nel 1976 fu epicentro di un terremoto che causò molti morti e danni ingentissimi al patrimonio artistico e architettonico, si presentava prevalentemente montuoso a N e pianeggiante a S. La parte montuosa comprendeva il versante meridionale delle Alpi Carniche e una modesta sezione di quelle Giulie, che toccano rispettivamente i 2780 m nel monte Coglians e i 2753 m nel Jôf di Montasio; l'intera Carnia, vasta regione che corrisponde all'alto bacino del Tagliamento a monte della confluenza del Fella; la lunga valle di quest'ultimo fiume, che prende i nomi di val Canale e di Canale del Ferro rispettivamente nei suoi tratti superiore e inferiore; l'ampia conca di Tarvisio, tributaria della Drava, e parti cospicue delle Prealpi Carniche e delle Prealpi Giulie, separate dal corso medio del Tagliamento, che al suo sbocco in pianura attraversa il grande anfiteatro morenico formatosi all'inizio del Quaternario. Raccordata ai rilievi prealpini da morbide ondulazioni collinari subalpine, si stendeva verso sud la pianura friulana, la cui parte settentrionale a monte della linea delle risorgive è brulla e particolarmente povera di acque superficiali, mentre il settore meridionale, formato dalla bassa pianura, è fertile era solcato da numerosi corsi d'acqua e trapassa in prossimità dell'Adriatico nel paesaggio acquatico delle lagune di Marano e di Grado (quest'ultima in gran parte nell'ambito della provincia di Gorizia). Il fiume principale era il Tagliamento, il cui bacino imbrifero coincide in gran parte con il territorio provinciale; nella sezione montana riceve vari affluenti, tra cui il Degano, il But e il Fella, e nel suo corso in pianura segna il confine occidentale della provincia di Udine con quelle di Pordenone e di Venezia. Dal versante meridionale delle Prealpi scendono alcuni corsi d'acqua che si perdono nei ghiaioni dell'alta pianura, ma sono successivamente arricchiti dalle acque sorgive e scendono al mare con corsi subparalleli. Il clima presenta caratteri di transizione da quello temperato a quello continentale. Procedendo da sud a nord diminuiscono progressivamente i valori termici e aumentano quelli pluviometrici, che raggiungono però un massimo nell'area prealpina; le precipitazioni sono più frequenti nei mesi autunnali e nella tarda primavera. Alla provincia di Udine apparteneva una porzione del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane che si stende anche in provincia di Pordenone, e il Parco Naturale Regionale delle Prealpi Giulie, dove si trovano i piccoli ghiacciai del monte Canin, i più bassi d'Italia (2300-2500 m). Dal punto di vista demografico l'elemento più significativo, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento per la provincia di Udine fu la fine del consistente esodo dovuto all'emigrazione. Infatti la ricostruzione dopo il terremoto e il decollo industriale hanno invertito una tendenza storica, tanto che nei primi anni del sec. XXI è divenuta sempre più crescente la quota di immigrati (percentuale superiore alla media nazionale). Anche lo spopolamento delle aree montuose si è ridotto a fenomeno marginale, perché la maggior parte della popolazione vive nella pianura. Qui una grande conurbazione avvolge il capoluogo Udine, e una lunga teoria di aree urbanizzate e complessi produttivi quasi senza soluzione di continuità si dispone lungo l'asse stradale (A23 Udine-Tarvisio, SS 13) e ferroviario (linea per Tarvisio e l'Austria) fra Palmanova e Gemona del Friuli. La rete urbana della provincia era fortemente polarizzata sul capoluogo: tutti gli altri comuni sono molto più piccoli, ma funzioni di centro comprensoriale sono svolte da Codroipo, Cividale del Friuli, Latisana, Cervignano del Friuli e soprattutto Tolmezzo, su cui gravita tutta la Carnia.

Economia

La presenza di due distretti produttivi (a Manzano quello della sedia e a San Daniele del Friuli quello del prosciutto) non fotografa esaurientemente la differenziazione del secondario, presente in molti settori (i principali sono il meccanico, il chimico, il tessile, l'alimentare e l'industria del mobile) anche con produzioni specializzate. Il comparto agricolo, benché ridimensionato rispetto agli anni Sessanta-Settanta, sfrutta ancora la fertilità della bassa pianura soprattutto con coltivazioni estensive (cereali, foraggi, uva da vino, ortaggi, frutta, tabacco e barbabietola da zucchero) e si affianca all'allevamento, particolarmente importante per quanto riguarda i suini (prosciutto di San Daniele). L'allargamento verso est dell'Unione Europea ha aperto nuove prospettive per il terziario, in particolare per il commercio e i servizi finanziari. Continua la crescita del turismo sia culturale (Aquileia, Udine, Gemona, Venzone, la longobarda Cividale del Friuli) sia di villeggiatura (stazioni montane della Carnia, del Canale del Ferro e della val Canale, e il centro balneare di Lignano Sabbiadoro).

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