édera o èdera

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino hedĕra].

1) Nome comune usato per indicare la pianta sempreverde Hedera helix, della sottofamiglia Aralioidee, detta anche ellera o abbracciabosco.

2) Per estensione e fig., indica attaccamento affettivo quasi soffocante, un rapporto costrittivo, oppressivo: il bimbo si avvinghiava alla madre come l'edera alla pianta.

Botanica

L'edera è un suffrutice rampicante comune nei boschi, lungo le ripe e sui ruderi delle regioni temperate, con fusti legnosi, sarmentosi, che si abbarbicano a sostegni per mezzo di radici avventizie, e sono in grado di crescere anche alcune decine di metri. Le foglie, picciolate e di color verde scuro, sono di due forme: sui rami fertili, eretti e situati nella parte più alta, sono ovato-appuntite e intere, sui rami sterili sono cuoriformi-triangolari e lobate alla base. I fiori, pentameri, sono autunnali, giallo-verdastri e piccoli, con ovario infero, riuniti in ombrelle; i frutti, primaverili, sono bacche globose, velenose, nerastre (o di rado gialle). Esistono anche varietà ornamentali, a foglie minuscole o molto ampie e macchiate di bianco. Dalle foglie si ottiene una droga contenente varie saponine, un glucoside, di struttura simile alla rutina, e alcune sostanze di composizione non precisata aventi attività estrogena. L'estratto fluido di edera viene adoperato nella medicina popolare come emmenagogo, ed entra spesso nella composizione di preparati cosmetici destinati a combattere la cellulite.

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