ólmo

sm. [sec. XIV; latino ulmus]. Nome italiano usato per indicare la pianta arborea Ulmus campestris della famiglia Olmacee, con corteccia molto screpolata, foglie caduche, ovali-appuntite, doppiamente seghettate, ispide, fiori precoci in fascetti, rossicci, frutto a samara quasi circolare. Si trova nei boschi misti lungo i corsi d'acqua oppure in luoghi asciutti dove può essere pioniero. È coltivato soprattutto per viali e alberature, o nei parchi; un tempo veniva utilizzato anche come sostegno vivo delle viti . Il legno, duro, elastico, resistente alle intemperie, è chiaro e con belle venature; si utilizza in vari modi, e principalmente nell'industria edile, nella costruzione di carri e attrezzi agricoli, mobili e utensili diversi. Specie congenere è l'Ulmus montana, detto comunemente olmo montano o olmo riccio, a corteccia poco screpolata, foglie grandette, ovali-appuntite, seghettate, a due metà ineguali, ruvide di sopra, frutto a samara ad ala sviluppata. È sporadico nei boschi freschi del piano montano delle Alpi e di gran parte dell'Appennino con aceri, tigli e frassini. Gli olmi sono facilmente soggetti agli attacchi di un fungo parassita (Ceratostomella ulmi), che causa nei vegetali una grave malattia (vedi moria).

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