Académie Française

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società di letterati e studiosi, fondata nel 1634 per volere di Richelieu e ufficialmente riconosciuta da Luigi XIII. Suo scopo essenziale era il controllo della lingua attraverso uno studio approfondito e la riforma della stessa, così che fin dal 1639 fu intrapresa, sotto la direzione di Vaugelas, la preparazione di un Dizionario, terminato solo nel 1694 e seguito da numerose altre edizioni. Solo nel 1932 ha visto la luce una Grammatica che pure figurava tra i lavori indicati dallo statuto di fondazione dell'Académie. Le due opere tendono a stabilire quale sia il corretto uso della lingua e rifuggono quindi da impostazioni culturali dotte e astratte; a tal fine l'Académie Française pubblica regolarmente osservazioni sull'evoluzione della lingua francese. Formata da un gruppetto di letterati che avevano semplicemente preso l'abitudine di riunirsi, intorno al 1629, in casa di Valentin Conrart (A. Godeau, J.-O. de Gombauld, C. de Malleville), si allargò ad altri letterati, come F. de Boisrobert, J. Chapelain, Desmarets de Saint-Sorlin, G. Colletet, G. de Balzac, C.-Favre de Vaugelas, fino a raggiungere il numero di 40 membri, nel quale furono compresi, con il passare del tempo, scienziati, giuristi, medici, uomini di Stato, marescialli di Francia ed ecclesiastici e, nello stesso campo umanistico, poeti drammatici e lirici, critici, storici, filosofi e giornalisti, e così via fino al cineasta René Clair, eletto nel 1960. La società ha subìto durante la sua storia due sole gravi interruzioni: la soppressione del 1793, seguita nel 1803 dalla ricostituzione come classe dell'Institut de France, in attesa della ristrutturazione sotto la primitiva denominazione, attuata all'avvento della Restaurazione; e la sospensione delle elezioni durante l'occupazione tedesca della II guerra mondiale, seguita anche da alcune destituzioni a opera del governo, dopo la Liberazione. Caso raro questo, così come quello di dimissioni (Dupanloup, nell'Ottocento). § Secondo la tradizione i candidati presentano al direttore o al segretario perpetuo una lettera di richiesta di accettazione; il capo dello Stato (come un tempo il re) deve approvare l'elezione del candidato “All'immortalità” (tale è il motto del sodalizio) e costui è tenuto, una volta ammesso, a pronunciare un discorso di ringraziamento e di elogio del predecessore (discours de réception). Le donazioni a essa intestate costituiscono il fondo dal quale si prelevano le somme stanziate per i premi che vengono assegnati per attività artistiche e scientifiche.

Bibliografia

F. Masson, L'Académie Française (1629-1793), Parigi, 1912; R. Peter, La vie secrète de l'Académie Française, Parigi, 1934; P. Gaxotte, L'Académie Française, Parigi, 1965; E. Ionesco, Antidotes, Parigi, 1977.

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