Antìstene

(greco Antisthénēs; latino Antisthĕnes), filosofo ateniese (ca. 436-360 a. C.). Scolaro di Gorgia e poi di Socrate, è considerato il fondatore della scuola cinica. In lotta contro le istituzioni sociali per un ritorno integrale alla natura, Antistene dà l'ostracismo ai comodi, agli onori e alle mollezze che rendono schiava la volontà, vera forza costruttrice dell'uomo; avverso a ogni logica e dialettica, Antistene afferma che di ogni cosa può dirsi solo il suo nome proprio, poiché ogni altro predicato cesserebbe di farla essere se stessa. Ogni realtà è quindi assolutamente individuale. Su queste basi Antistene rifiuta l'ammissione platonica della realtà di “essenze universali” al di là delle cose singole. Nell'instaurazione della vita morale Antistene vede il fine della filosofia; la vita morale è la ricerca della felicità, che consiste nella vittoria della natura sulle leggi degli uomini e sulle superstizioni della religione politeistica.

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