Arcimbòldi, Giusèppe

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pittore italiano (Milano 1527-1593). In un primo periodo produsse cartoni per le vetrate del Duomo di Milano, in collaborazione con il padre Biagio, e cartoni di arazzi per il Duomo di Como (Transito di Maria, 1562) sull'esempio del Bramantino. Gli procurò grande fama l'originalissima invenzione delle “teste composte”, ritratti e busti allegorici basati sull'illusione della figura, ottenuta attraverso composizioni di fiori, frutta, verdura e animali. Fu pittore ufficiale a Praga, alla corte di Rodolfo II, e a Vienna. Fra le sue opere migliori sono le allegorie dell'Estate e dell'Inverno (1563; Vienna, Kunsthistorisches Museum), quella della Primavera (Madrid, Accademia di S. Fernando) e L'ortolano (Cremona, Pinacoteca). Se la meticolosità dei particolari può farsi risalire ai disegni fantastici di Leonardo e alle nature morte fiamminghe e tedesche, l'esasperato intellettualismo pone Arcimboldi fra i rappresentanti del manierismo più fantastico e dissacrante.

L. Geiger, I dipinti ghiribizzosi di Giuseppe Arcimboldi pittore illusionista del Cinquecento, Firenze, 1954 (con ); F. Porzio, L'universo illusorio di Arcimboldi, Milano, 1987.

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