Aritzo

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comune in provincia di Nuoro (74 km), 796 m s.m., 75,60 km², 1544 ab. (aritzesi), patrono: san Michele Arcangelo (8 maggio).

Centro della Barbagia Belvì, situato nel settore sudoccidentale del Gennargentu; è compreso nel Parco Geominerario della Sardegna. Il borgo, sorto in un territorio di antichi insediamenti, come testimoniano le domus de janas di Forros e alcune “tombe di giganti”, fece parte nel Medioevo del Giudicato d'Arborea (sec. XI) e poi del Marchesato di Oristano (1410); dopo la conquista aragonese (1478) fu incluso nella Contea di Santa Sofia fino all'abolizione dei feudi (1839). § Nel centro storico sorgono case con facciate in scisto e ampie balconate in legno e la parrocchiale cinquecentesca di San Michele Arcangelo, più volte rimaneggiata, con notevoli statue lignee, fra cui una Pietà del sec. XVIII e un San Cristoforo del sec. XVII. Le vecchie carceri secentesche, dette “Sa Bovida”, sono state sottoposte a un delicato intervento di restauro. Particolare è la dimora patrizia degli Arangino, edificata agli inizi del Novecento in stile neogotico. L'Ecomuseo della Montagna Sarda si compone di due sezioni, una dedicata ai costumi tradizionali aritzesi e l'altra in cui sono ricostruiti gli ambienti tipici della civiltà contadina e pastorale degli inizi del sec. XX, con oggetti e arredi originali. § L'economia si basa sul turismo escursionistico e di villeggiatura montana estiva e invernale e, inoltre, sulla lavorazione artigianale del legno (famose le cassepanche) e sulla produzione di dolci tipici. Altre risorse provengono dall'allevamento e dalle attività di sfruttamento dei boschi (con raccolta di legname, nocciole e castagne, cui è dedicata un'importante sagra annuale).

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