Auci, Stefania

Scrittrice italiana (Trapani, 1974). Fin da piccola nutre una passione per la scrittura che la porta, non ancora adolescente, a dedicarsi al genere della fanfiction (opere scritte dai fan rielaborando storie e personaggi di un'opera originale). Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, inizia a lavorare in uno studio legale prima di scegliere di dedicarsi all’insegnamento come docente di sostegno in istituti professionali e di istruzione secondaria superiore, spesso in ambienti difficili e penalizzati dal punto di vista sociale. Nell'ottobre 2011 esce il suo romanzo d'esordio Fiore di Scozia, che avrà un seguito nel dicembre 2012 con La Rosa Bianca. Nel 2010 pubblica Hidden in the dark, breve raccolta di tre racconti urban fantasy, ambientati in epoche diverse ma sempre nello scenario della città di Edimburgo, tratti dalla saga di Moray Place 12, Edimburgo. Del 2015 è Florence, storia del cambiamento interiore di un giornalista italiano ambientata nel clima interventista alla vigilia della Prima guerra mondiale. La notorietà arriva nel 2019 con I leoni di Sicilia, romanzo storico che narra la saga della famiglia Florio. Trapanese di nascita e palermitana d’adozione, Auci con Palermo ha un rapporto d’amore intenso e possessivo, che si rispecchia nelle appassionate ricerche che conduce per scrivere la storia dei Florio, dal loro arrivo nella città siciliana alla fine del Settecento, fino alla seconda metà del XIX secolo. Con determinazione e slancio, Auci ha setacciato le biblioteche e le cronache giornalistiche dell’epoca, ha esplorato tutti i possedimenti dei Florio e ha raccolto con puntiglio i fili della storia della famiglia che si dipanano tra abiti, canzoni, lettere, bottiglie, gioielli, barche, statue. Premio Corrado Alvaro per la Narrativa, I leoni di Sicilia è stato un successo di pubblico e di critica (oltre 400.000 copie vendute), pubblicato negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Spagna e Olanda e in altri 20 Paesi. Con Francesca Maccani, nel 2017 dà alle stampe il saggio La cattiva scuola, in cui le autrici, entrambe insegnanti, riflettono su come oggi l’istruzione non sia più uno strumento di mobilità sociale, quanto piuttosto uno strumento per consolidare uno status quo sociale.

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