Autant-Lara, Claude

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regista cinematografico francese (Luzarches 1901-Antibes 2000). Già scenografo e costumista, passò alla regia prediligendo testi letterari e ambientazioni ottocentesche; cineasta eclettico uscito dall'avanguardia, accettò lunghe parentesi commerciali per poter girare, ogni tanto, opere d'impegno in cui l'ipocrisia borghese, il clericalismo o il militarismo costituirono i poli fissi di un'amara polemica. Douce (1943, in Italia Evasione) è un film da citare prima del suo capolavoro, Il diavolo in corpo (1947), tratto dal romanzo di Radiguet, in cui un amore “irregolare” sfida i doveri e i rimorsi codificati. Sono anche da ricordare: La traversata di Parigi (1956), evocazione dell'occupazione nazista e Non uccidere (1963), pamphlet pacifista con cui si attirò i fulmini di molte censure. Per la televisione girò nel 1972 Lucien Leuwen da Stendhal, autore del quale aveva già realizzato in film Le rouge et le noir (1954, titolo italiano L'uomo e il diavolo). Era tornato al cinema nel 1977 con Gloria.

P. Bianchi, Claude Autant-Lara, in “L'occhio del cinema”, Milano, 1957; G. Aristarco, La traversata e lo specchio di Autant-Lara e Clouzot, in Il dissolvimento della ragione - Discorso sul cinema, Milano, 1965; Autori Vari, Aria di Parigi. Cinema francese 1945-1955, Venezia, 1982.

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