Bórghi, Lambèrto

pedagogista italiano (Livorno 1907-Firenze 2000). Dopo avere insegnato storia e filosofia nei licei durante gli anni Trenta, come ebreo fu allontanato dall'insegnamento per effetto delle leggi razziali fasciste. Nel 1940 emigra negli Stati Uniti dove ebbe modo di sviluppare e approfondire i propri studi sulle scienze sociali e sull'educazione. Nel 1947 ritornò in Italia e riprese l'insegnamento. Nel 1950 contribuì, insieme a Ernesto Codignola, a dar vita alla rivista Scuola e Città. Iniziò a Pisa la propria attività di professore universitario di pedagogia (1950) che concluse a Firenze (1982). Borghi rivolse gran parte del suo interesse allo studio dell'autoritarismo in Italia, con specifici riferimenti all'educazione, ma con uno sguardo attento alle problematiche di più largo respiro che venivano dalla società. Influenzato in parte dal pensiero di John Dewey, egli oppose all'autoritarismo il metodo della libera indagine critica. Profondamente laico, difese sempre la scuola pubblica in quanto garanzia democratica contro ogni sorta di dogmatismo. La grande rilevanza che la libertà individuale aveva nel suo pensiero, lo portò ad elaborare una interpretazione democratica del marxismo. Fra i suoi lavori ricordiamo: Educazione e autorità nell'Italia moderna (1951); Educazione e scuola nell'Italia d'oggi (1958); Scuola e ambiente (1964); Educare alla libertà (1992) e La città e la scuola (2000).

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