BCS

in fisica, teoria BCS, dalle iniziali dei nomi dei fisici (J. Bardeen, L. Cooper, J.R. Schrieffer), è la teoria che spiega il fenomeno della superconduttività nei metalli ipotizzando che gli elettroni si possano unire in coppie, chiamate “coppie di Cooper”: esse si comportano come dei bosoni, per cui in questi materiali si può verificare il fenomeno della condensazione bosonica e, di conseguenza, la conduzione di energia elettrica e termica senza dissipazione. La teoria BCS spiega la formazione delle coppie elettroniche ipotizzando una forza attrattiva tra gli elettroni dovuta alle interazioni tra gli stessi elettroni e ioni del reticolo cristallino. Tuttavia, questa forza attrattiva ha influenza in quanto diventa più grande della naturale forza repulsiva coulombiana tra gli elettroni solo a basse temperature (inferiori a 10 K). Si spiegherebbe così perché il fenomeno della superconduttività si osserva solo alle basse temperature. L'ipotesi della formazione delle “coppie di Cooper” non riesce, però, a spiegare da sola la superconduttività nei superconduttori ad alta temperatura critica scoperti da J. G. Bednorz e K. A. Muller nel 1986.

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