Balbo, Pròspero

uomo politico (Torino 1762-1837). Figlio adottivo del conte Lorenzo Bogino, ne continuò l'opera riformatrice in campo legislativo, economico e finanziario. Membro del collegio dei giureconsulti di Torino (1781) e del collegio dei decurioni (1782), socio fondatore della Patria Società Letteraria (1782) e segretario aggiunto della Reale Accademia delle Scienze, riordinò le finanze della città, istituendo (1795) la Cassa dei Censi e Prestiti per l'ammortamento del debito pubblico. Nel 1796 fu ambasciatore a Parigi. Durante l'occupazione francese del Piemonte scelse l'esilio, ma nel 1806 accettò da Napoleone la carica di rettore dell'Università di Torino. Restaurati i Savoia, fu ambasciatore di Vittorio Emanuele I in Spagna (1817), poi ministro dell'Interno (1820) e in tale qualità progettò un piano di riforme giudiziarie e una Costituzione moderata che gli valse, nei moti del 1821, le accuse dei liberali e dei reazionari. Dimessosi sotto Carlo Felice, fu nominato da Carlo Alberto presidente della Sezione di Finanze del Consiglio di Stato (1831). Si dimise nel 1834.

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