Belém (Brasile)

città (1.410.430 ab., nel 2012) del Brasilesettentrionale, capitale dello Stato del Pará, situata sulla sponda meridionale della baia di Marajó, alla foce dei fiumi Capim e Guamá, a 140 km dall'Oceano Atlantico. Collegata per ferrovia alla costa e dotata di un buon porto fluviale e di un attivo aeroporto, è un grande mercato dei prodotti agricoli e forestali dell'Amazzonia (cacao, manioca, tabacco, noci del Pará, legname, caucciù), di cui è considerata la porta d'accesso, ed è sede di industrie alimentari, tessili, chimiche e calzaturiere. La struttura urbanistica è moderna, con viali alberati, grandi piazze e bei parchi. Caratteristico il mercato del ver-o-pêso, punto d'incontro degli indigeni che abitano il vasto retroterra. Principale centro culturale del Brasile settentrionale, è sede di università (dal 1957), istituti superiori di istruzione e ricerca per l'agricoltura e le malattie tropicali, oltre che di musei, archivi, biblioteche e teatri. Fu fondata nel 1616 come roccaforte dal portoghese Francisco Caldeira Castelo Branco col nome di Feliz Lusitânia, poi mutato in Nossa Senhora de Belém do Grão-Pará, e tradizionalmente conosciuta come Santa Maria de Belém e anche come Pará. Dopo il periodo di grande prosperità legato al commercio della canna da zucchero (sec. XVII), Belem attraversò una serie di fasi cicliche di decadenza e ripresa economica, queste ultime dovute al successivo affermarsi dell'allevamento del bestiame, delle piantagioni di riso, cotone e caffè (sec. XVIII) e in seguito, quando tali colture si svilupparono maggiormente nel Brasile meridionale, alla raccolta ed esportazione del caucciù (fino al primo decennio del sec. XX).

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