Bròglio, Luigi

generale del Genio aeronautico (Mestre 1911-Roma 2001). Padre riconosciuto dell'astronautica italiana, mentre era docente nella facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma eseguì per primo in Italia esperimenti di propulsione spaziale. Negli stessi anni fu anche a capo del Centro Ricerche Aerospaziali (CRA) creato con la partecipazione dell'Aeronautica Militare. A lui l'Italia deve l'avvio del progetto San Marco, svolto in collaborazione con la NASA per il lancio di satelliti scientifici in orbita equatoriale, che esordì con il lancio del satellite San Marco 1 (realizzato interamente in Italia e lanciato il 15 dicembre 1964 dal poligono americano di Wallops Island con un razzo Scout della NASA) e proseguì con l'installazione di una base equatoriale in Kenya, su due piattaforme nelle acque dell'Oceano Indiano di fronte a Malindi. Da quel poligono, il più adatto per i lanci spaziali perché sistemato quasi esattamente sull'equatore, in trenta anni di attività sono stati eseguiti 27 lanci, tra razzi-sonda e vettori per la messa in orbita di satelliti, senza nemmeno un fallimento. Il primo lancio avvenne il 26 aprile 1967, con la messa in orbita del satellite San Marco 2, cui seguirono altri nove satelliti. Broglio è stato inoltre un precursore anche nell'utilizzazione dei piccoli satelliti in orbita bassa per utilizzazioni come telerilevamento, telecomunicazioni, controllo ambientale, ricerche scientifiche. Alla fine degli anni Ottanta propose anche lo sviluppo di una versione del razzo americano Scout potenziata dall'industria italiana con una capacità di lancio triplicata. Il razzo avrebbe dovuto preludere a una versione tutta realizzata in Italia, idea che si è poi concretizzata solo nel 2000 con il progetto del Vega. Le sue proposte non vennero però accettate dal vertice dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che anzi decise un ridimensionamento di tutto il progetto San Marco; ciò spinse Broglio, nel luglio 1993, a dimettersi dal Consiglio di amministrazione dell'ASI. Dopo la sua morte, l'Agenzia Spaziale Italiana ha intitolato a suo nome la base di lancio per palloni stratosferici di Trapani Milo e la base spaziale che fa capo al progetto San Marco.

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