Cardano, Geròlamo

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medico, filosofo, matematico italiano (Pavia 1501-Roma 1576). Si laureò a Padova in medicina (1526) che esercitò raggiungendo grande notorietà anche per l'uso di pratiche magiche e astrologiche. Nel 1534 fu incaricato di insegnare matematica e astronomia nelle scuole palatine di Milano. In seguito fu in Scozia e, tornato in Italia, insegnò medicina a Pavia (1543-60) e a Bologna dove rimase fino al 1570, quando fu processato e imprigionato dall'Inquisizione, pare per aver compilato l'oroscopo di Cristo. Rilasciato, l'anno successivo andò a Roma, protetto da Gregorio XIII che gli assegnò una pensione a vita. Come filosofo Cardano, attraverso la magia interpretata neoplatonicamente, giunse a una concezione del mondo di tipo evolutivo nella quale il rapporto tra l'Uno e i molti appare un fatto arcano (suggerito dalla prodigiosa somiglianza fra le cose) e non già una deduzione del pensiero. Di ingegno versatile, Cardano mostrò una vivace curiosità in molti campi, lasciando una vastissima produzione tra cui emergono il De subtilitate (1547) e il De rerum varietate (1557). La sua opera, non molto originale, è un miscuglio di elementi scolastici tradizionali, di curiose ingenuità (“il magnete vive e si nutre di ferro”) e di interessanti osservazioni. La sua fama resta legata agli scritti di matematica, in particolare all'Ars magna (1545), ma, benché fosse forse il più abile algebrista dei suoi tempi, Cardano espone risultati dovuti ad altri, come la formula di risoluzione delle equazioni cubiche, che porta ancor oggi il suo nome, appresa da Niccolò Tartaglia, e quella delle equazioni quadratiche, dovuta al suo allievo L. Ferrari. Cardano tuttavia ne ampliò i casi di applicabilità e iniziò la teoria delle equazioni algebriche dando alcune relazioni tra le radici e i coefficienti di un'equazione. A Cardano si devono inoltre l'invenzione della sospensione che da lui prese nome e una dimostrazione sull'impossibilità di realizzare il moto perpetuo.

Formula di risoluzione delle equazioni cubiche:

Ogni equazione cubica può essere ricondotta alla forma di cui sopra.

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