Cavaglià

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comune in provincia di Biella (19 km), 271 m s.m., 25,48 km², 3666 ab. (cavagliesi), patrono: san Michele (29 settembre).

Centro posto all'estremità orientale dell'anfiteatro morenico di Ivrea, alla destra del torrente Elvo. Di probabile origine celtica, la romana Caballiaca fu dal sec. X al sec. XII sotto la giurisdizione dei vescovi di Vercelli, dai quali fu affidata ai conti di Cavaglià. Nel sec. XIV entrò a far parte con tutto il Vercellese dei domini viscontei e nel 1427 passò alla signoria dei Savoia. Per oltre un secolo non ebbe feudatari, ribellandosi a Carlo Emanuele I che cercava di imporgliene; nel 1621 fu assegnata ai Solaro e nel 1671 ai Gontieri. § Nella parte alta del paese villa Stilio conserva i resti dell'antica chiesa del monastero, detta “Cella dei Santi Vincenzo e Anastasio” (sec. XI), con affreschi del Quattrocento. Settecentesca è la parrocchiale di San Michele, il cui interno, decorato da stucchi, è dominato da un'ampia cupola. Fuori dall'abitato, in direzione di Santhià, sorge il santuario rinascimentale di Nostra Signora di Babilone, eretto alla fine del sec. XVI sul luogo di una chiesa che la tradizione fa risalire a Teodolinda, regina dei Longobardi. § L'economia si basa sull'industria, attiva nei comparti meccanico, tessile, chimico, elettrotecnico, dei materiali da costruzione, della gomma e delle materie plastiche (calandrati in PVC). L'agricoltura (cereali, uva da vino) e l'allevamento bovino completano il quadro economico.

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