Ciómpi, tumulto dei-

insurrezione di natura economico-sociale, scoppiata a Firenze il 20 luglio 1378. Ne furono protagonisti i Ciompi (i più umili salariati dell'Arte della lana), a cui si unirono tutti gli altri “sottoposti”, non solo esclusi dai diritti politici, ma ridotti alla miseria dalle conseguenze della logorante guerra degli Otto Santi contro il papato e dai soprusi padronali, resi possibili dalla politica del partito degli Albizzi; difensore dei Ciompi fu Salvestro de' Medici. In un primo tempo gli insorti riuscirono a ottenere, grazie al loro capo Michele di Lando, l'istituzione di tre Arti (Tintori, Farsettai, Ciompi), cioè il diritto di associazione e la partecipazione alle cariche pubbliche, come i membri delle Arti maggiori e minori. Ma la collaborazione divenne ben presto impossibile: verso la fine dell'estate, i Ciompi ripresero a tumultuare lamentando la mala fede delle altre Arti e rivendicando tutto il potere. Non più guidati da Michele di Lando, ma da capi di minor valore, andarono incontro alla sconfitta: l'Arte dei Ciompi fu soppressa per prima (1379), le altre due poco dopo. All'effimero successo di questa prima rilevante sollevazione del popolo minuto (e “minutissimo”), ispirata a motivi economico-sociali e politici precisi, nella città più industrializzata d'Italia, seguirono la reazione e l'affermazione di un'oligarchia borghese, che pose virtualmente fine al comune cittadino e predispose l'avvento della signoria.

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