Michèle di Lando

capopopolo fiorentino (? 1343-Firenze 1401). Poco dopo lo scoppio del tumulto dei Ciompi, Michele di Lando, cardatore, fu eletto dagli insorti gonfaloniere di Giustizia (22 luglio 1378). I Ciompi videro in lui il loro capo; ma Michele di Lando, se dapprima parteggiò per il popolo minuto, che ottenne finalmente il diritto di organizzarsi in arti (le tre arti del popolo di Dio) e quindi di partecipare al governo, passò poi dalla parte delle arti maggiori abbandonando la causa dei Ciompi. Michele di Lando fu esiliato e da Chioggia nel 1383 passò a Lucca, dove cercò di suscitare dei moti in Firenze, per cui fu condannato a morte in contumacia. Riammesso anni dopo in Firenze, vi morì. Si è molto discusso sulla figura di Michele di Lando, ma il suo brusco voltafaccia sembra da attribuirsi a corruzione da parte del popolo grasso; di ciò farebbe fede la troppo pingue dote da lui data alla figlia.

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