(Kypriakí Dimokratía; Kibris Cumhuriyeti). Stato coestensivo con l'omonima isola, situata nel mar Mediterraneo orientale (5.896 km² Repubblica di Cipro; 3.355 km² Repubblica Turca di Cipro del Nord). Capitale: Nicosia. Repubblica: Popolazione di Cipro 789.300 ab. (stima 2008); Repubblica turca di Cipro del Nord 271.100 ab. (stima 2008). Lingua: Repubblica di Cipro greco e turco (ufficiali); Repubblica turca di Cipro del Nord turco. Religione: ortodossi 94,8%, cattolici 1,5%, cattolici maroniti 0,6%, musulmani 0,6%, armeni 0,3%, altre religioni 2,2%. Unità monetaria: euro (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,912 (28° posto). Membro di: Commonwealth, Consiglio d'Euopa, EBRD, ONU, OSCE, UE e WTO.

Generalità

Collocata geograficamente in territorio asiatico, nell'ansa più orientale del Mediterraneo al largo delle coste turca e siriana (da cui dista rispettivamente solo 65 e 86 km), l'isola di Cipro ha subito l'influenza delle numerose civiltà che nel corso dei secoli l'hanno considerata terra di conquista, tanto che mantiene nella propria cultura e sul proprio territorio vestigia fenicie, ellenistiche, romane, bizantine, veneziane, turche e britanniche. Tuttavia, dal punto di vista storico e politico, sono state le influenze greca e turca quelle fondamentali nel determinare la situazione attuale. Cipro è sempre stata abitata da popolazioni di origine ellenica, che affluirono sull'isola fin dal I millennio a. C., mentre l'arrivo dei coloni turchi risale all'epoca della conquista ottomana del territorio, avvenuta nel 1570. In un primo tempo il problema fu politico, nel senso che, anche durante la secolare dominazione inglese, Grecia e Turchia hanno continuato a nutrire brame di conquista verso l'isola cipriota, sentita da entrambi i Paesi come una naturale propaggine territoriale. In particolare la Grecia, forte della maggioranza di popolazione sull'isola appartenente all'etnia greco-cipriota, portava avanti la richiesta dell'enosis (unificazione), che avrebbe segnato la definitiva unione di Cipro alla madrepatria. In seguito all'indipendenza il problema assunse carattere di conflitto tra le due etnie del Paese, quella greco-cipriota aspirante all'unificazione, e quella turco-cipriota più favorevole a una separazione (taksim) dai compatrioti filoelleni, sotto la protezione della Turchia. Nel 1974 un tentativo di colpo di stato da parte greca, e il successivo intervento della Turchia che occupò militarmente una parte di territorio, sono all'origine della situazione attuale. Da allora il Paese è diviso in uno Stato del Nord, sotto la protezione turca e non riconosciuto dalla comunità internazionale, e uno Stato del Sud, di etnia greca, universalmente considerato come la sola Repubblica di Cipro. Questa divisione pluridecennale ha penalizzato entrambe le zone del Paese dal punto di vista sia politico sia economico. La divisione di Cipro rappresenta comunque un grave problema internazionale sia per la UE, nella quale Cipro del Sud è entrato nel 2004, mentre l'ingresso della Turchia è previsto per i prossimi anni; sia per la NATO, della quale Grecia e Turchia sono Paesi membri; sia per l'ONU, presente sull'isola con un contingente sulla linea di separazione, e i cui segretari hanno avanzato negli anni numerose proposte di riconciliazione, finora sistematicamente fallite.

Lo Stato

Lo Stato di Cipro, indipendente dal 1960, è una repubblica presidenziale nell'ambito del Commonwealth. Il Presidente è eletto a suffragio universale ogni 5 anni ed esercita il potere esecutivo insieme a un consiglio dei ministri nominati da lui stesso. Il parlamento è composto da 59 membri anch'essi eletti a suffragio universale per 5 anni. Nel 1975, a seguito dello sbarco, nell'agosto del 1974, di truppe turche sul territorio e della successiva occupazione della parte settentrionale dell'isola, è stata proclamata la Repubblica turca di Cipro, collocata nel Nord del Paese. Essa possiede un Presidente, un governo e un parlamento, che non sono riconosciuti né dallo stato del Sud né dall'ONU, che considera lo Stato greco-cipriota l'unico esistente e come tale rappresentante dell'intera isola. Dal 1985 lo Stato turco-cipriota ha anche una propria Costituzione. La difesa della Repubblica di Cipro è affidata alla Guardia nazionale. Sul Paese sono inoltre presenti un contingente ONU, forze militari greche e due basi militari britanniche. Sulla “linea verde” di divisione tra i due Paesi, stazionano inoltre 12.000 soldati ONU, mentre nella parte settentrionale del Paese sono di stanza militari turchi. L'istruzione è amministrata separatamente dalle due zone di Cipro, ma prevede in entrambi i casi 9 anni di frequentazione scolastica obbligatoria (6 alla scuola primaria e almeno 3 alla scuola secondaria).

Territorio: geografia fisica

Morfologicamente Cipro si ricollega ai corrugamenti che bordano il lato meridionale dell'Anatolia, in quanto si distaccò alla fine dell'era cenozoica dalla catena del Tauro. Dal punto di vista strutturale si distingue un piegamento settentrionale (monte Kyreneia o Pentadáutylos, 1023 m), formato in gran parte da rocce sedimentarie del Mesozoico, che si protende verso E con la lunga penisola di Karpas, chiusa dal capo di Sant'Andrea; nella sezione meridionale dell'isola s'innalza un più imponente sistema montuoso, costituito principalmente da rocce eruttive effusive – nel Mesozoico si ebbe una ricorrente attività vulcanica – e culminante nei monti dell'Olimpo (monte Tróodos, 1953 m), da cui si dipartono numerose dorsali e che l'incessante azione erosiva ha intensamente modellato, dando origine a creste frastagliate e a profondi solchi vallivi. Fra le due catene si apre un'ampia depressione, la Mesaria o Mesoaria. Essa costituisce, se si eccettuano le esigue pianure costiere, l'unica area pianeggiante dell'isola ed è perciò la più popolata ed economicamente importante, nonostante la presenza di vaste distese calcaree riduca in modo notevole la fertilità del terreno. Vario è l'andamento costiero: rettilineo e uniforme a N, il litorale si articola altrove in golfi e baie (di Famagosta, Lárnaca, Limassól, Episkope, Mórfou ecc.). Modesta è la rete idrografica; i corsi d'acqua hanno un regime torrentizio, in quanto sono unicamente alimentati dalle precipitazioni invernali, mentre sono pressoché asciutti d'estate. I più importanti, il Pediaíos e lo Jalias, solcano la Mesaria: un tempo soggetti a piene e spesso a disastrose inondazioni all'epoca delle piogge, sono stati ormai in parte regolati mediante vari bacini artificiali, che hanno altresì permesso di irrigare vasti comprensori agricoli. Il clima è di tipo mediterraneo con inverni miti ed estati assai calde, specie nella pianura centrale (a Nicosia si registrano 36 ºC di media in luglio e 14,5 ºC in gennaio). Le piogge, concentrate in autunno e inverno, non superano in genere i 500 mm annui; diminuiscono a 350 mm nella Mesaria, più chiusa agli influssi marittimi, mentre sui rilievi meridionali si possono raggiungere i 1000 mm annui. Il clima è di tipo mediterraneo con inverni miti ed estati assai calde, specie nella pianura centrale (a Nicosia si registrano 36 ºC di media in luglio e 14,5 ºC in gennaio). Le piogge non superano in genere i 500 mm annui; diminuiscono a 350 mm nella Mesaria, più chiusa agli influssi marittimi, mentre sui rilievi meridionali si possono raggiungere i 1000 mm annui. La vegetazione prevalente consiste nella macchia mediterranea; sulle aree montane si hanno però boschi di pini e cipressi.

Territorio: geografia umana

Nonostante la sua vicinanza alle coste asiatiche, Cipro ha sempre presentato una maggioranza di popolazione di origine greca. I greco-ciprioti odierni sono i discendenti dei primi colonizzatori, stanziati sull'isola a partire dal 1100 a. C., e costituiscono ca. il 90% della popolazione totale. I turco-ciprioti discendono invece dagli ottomani che si stanziarono sull'isola dopo la sua conquista, a partire dal 1570, e sono il 18%; tra i rimanenti si annovera un esiguo numero di armeni. La popolazione ha preso a crescere sensibilmente nel corso di questo secolo, passando da 186.000 ab. nel 1881 (anno del primo censimento) ai 310.000 ab. del 1921, valore attualmente triplicato (2008). Le condizioni morfologico-climatiche non particolarmente favorevoli e le modeste risorse economiche non consentono forti addensamenti umani; le aree di tradizionale maggior popolamento corrispondono alla sezione centrale della Mesaria attorno a Nicosia, alla regione di Limassól sulla costa meridionale e, su quella orientale, presso Famagosta: ma bisogna tener conto degli spostamenti in massa verificatisi con la spartizione dell'isola, che hanno comportato l'espulsione di tutti gli abitanti di origine greca dallo Stato turco-cipriota, stimati a ca. 200.000, dove per contro sono affluiti i turco-ciprioti provenienti dal settore meridionale dell'isola, in mano greca, nonchè numerosi coloni provenienti dalla madrepatria turca. Tra le forme di insediamento prevale il villaggio agricolo; è in atto però anche a Cipro un processo di progressiva urbanizzazione. Simile è, nell'insieme, il volto delle città cipriote, con il pittoresco nucleo storico, che conserva spesso insigni monumenti entro la cerchia di mura veneziane, mentre tutt'attorno biancheggiano le abitazioni dei moderni quartieri. Le città sono tutte costiere a eccezione, come si è visto, di Nicosia, celebre artisticamente e storicamente (fu già capitale dell'isola sotto i Bizantini e i Lusignano), vivace centro commerciale oltre che politico e amministrativo (oggi divisa nei due settori greco, a S, e turco, a N). Più limitate funzioni, per lo più commerciali, svolgono le altre maggiori città: Famagosta, situata nello Stato turco-cipriota, che fu un attivissimo emporio veneziano; Limassól, il più importante sbocco portuale dell'isola, e Lárnaca, che è anche una stazione turistica assai frequentata.

Territorio: ambiente

La vegetazione di Cipro era composta in epoche passate soprattutto dalle pinete, che un tempo ricoprivano gran parte del territorio ma sono ormai ridotte a poche zone nella catena dei monti Tróodos; nei luoghi che in passato sono stati oggetto di un'intensa deforestazione si è diffusa la macchia mediterranea, divenuta la vegetazione prevalente. Le specie arboree più diffuse sono comunque il cipresso, il cedro, il ginepro e il platano. La flora di Cipro è molto varia e ricca di specie endemiche di grande bellezza (papaveri, ranuncoli, anemoni). Tra le specie più rare si ricorda l'orchidea, di cui a Cipro sono presenti ben 45 varietà. La fauna locale è costituita di volpi, lepri, ricci, oltre a molte specie di rettili (lucertole, gechi, varie famiglie di serpenti). Tra le specie avicole sono diffusi i rapaci come il falco e il grifone. Numerosi sono inoltre gli animali protetti perché a rischio di estinzione che vivono nelle riserve; in particolare si ricordano il muflone cipriota e la foca monaca. Dal punto di vista ambientale, Cipro ha subito le conseguenze di un forte sviluppo edilizio, che ha caratterizzato le città della parte meridionale dell'isola in seguito alla scissione. Un impatto ambientale particolarmente nocivo ha avuto l'edificazione incontrollata di grandi complessi alberghieri sulle coste del Paese. La carenza di acqua potabile è uno dei problemi più gravi della regione, ed è notevolmente aggravato dal consumo che ne viene fatto nelle strutture turistiche. Nel Nord lo sviluppo edilizio degli ultimi trent'anni è stato più moderato. Le aree protette costituiscono il 4,4% del territorio. Il problema della protezione ambientale ha portato all'istituzione di numerose riserve forestali e marine e di vari parchi forestali nazionali. Unico Parco Nazionale vero e proprio è quello collocato nella penisola di Akamas, all'estremo W del Paese. Per altre zone dell'isola si sta valutando l'eventualità dell'inserimento tra le aree protette, anche in vista dell'adeguamento ai parametri ambientali previsti dall'Unione Europea.

Economia

Gli eventi del 1974-75, che hanno portato alla spartizione del territorio nazionale originando due realtà politiche distinte, hanno inciso in modo vistoso sull'economia del Paese, avviando processi di sviluppo fortemente differenziati per le due zone dell'isola. La regione settentrionale turco-cipriota è quella che più ha risentito della fine dello Stato unitario, anche per il fatto che, non possedendo uno status di nazione riconosciuto dalla comunità internazionale, incontra molte più difficoltà nel reperire finanziamenti e investitori, e ha registrato quindi un sensibile calo produttivo e una notevole diminuzione del reddito pro capite, divenuto pari alla metà di quello degli abitanti della repubblica di Cipro. Nel 1997 la Turchia ha sottoscritto un accordo con lo Stato del Nord che prevede lo stanziamento di aiuti per lo sviluppo del turismo, dell'istruzione e dell'industria. Nel tasso di inflazione si riscontrano ormai piccole differenze tra i due Paesi; esso si è infatti mantenuto intorno al 2,5% al Sud e sul 2,7% nello stato del Nord, mentre in passato aveva toccato picchi oltre il 50% annuo. L'economia della regione meridionale greco-cipriota, dopo un iniziale periodo di difficoltà, ha conosciuto invece un trend positivo, grazie a una ricca agricoltura irrigua, allo sviluppo del turismo, alle attività marittime e a un forte sviluppo industriale. Nel 2000 la comunità internazionale ha inoltre intimato al Paese di prendere provvedimenti antiriciclaggio dato che il sistema fiscale del Paese risulta particolarmente permissivo nei confronti dell'importazione di capitali esteri. Il maggiore problema del Sud è sicuramente l'instabilità di una economia basata principalmente sul turismo e quindi molto influenzata dalle oscillazioni delle economie europee più potenti e dagli eventi internazionali. I principali partner commerciali della Repubblica di Cipro sono i Paesi della UE, specialmente la Gran Bretagna, e tali rapporti si sono intensificati in seguito all'entrata del Paese nell'Unione, avvenuta nel maggio del 2004. La Repubblica del Nord invece non sarà sottoposta alla legislazione europea né potrà godere dei benefici concessi ai Paesi membri fino all'ingresso nella UE della Turchia, anche se l'Unione Europea, temendone l'isolamento, ha promesso comunque lo stanziamento di fondi per promuoverne lo sviluppo. Nel 2006 la Repubblica di Cipro ha fatto registrare un PIL di 24.943 ml $ USA, suddiviso tra il 2,1% del settore primario, il 19,6% del secondario e il 78,3% del terziario, con un incremento del 3,7%. Per quanto riguarda i singoli settori, l'agricoltura non è più quello principale (come invece accadeva tradizionalmente); ciò è soprattutto vero per la zona greca, dove questa attività incide solo per il 2,1% sulla formazione del prodotto nazionale (contro il 5,3% della parte turca). Più dei cereali (orzo e frumento soprattutto) e degli altri prodotti destinati al consumo interno, come le olive, il tabacco, il cotone, i legumi ecc., coltivati in genere in microfondi poco redditizi, pesano i generi destinati all'esportazione come gli agrumi, talune primizie orticole (specie patate e carote) e la vite (rinomati sono sia il vino sia l'uva passa), cui sono invece riservate estese piantagioni e moderne tecniche di produzione (l'irrigazione interessa comunque solo il 5% della superficie agricola). Tipico prodotto locale sono le carrube. Modesto è l'apporto offerto dal legname, proveniente soprattutto dai Monti dell'Olimpo. Data la povertà dei suoli e l'aridità del clima, l'allevamento è attività piuttosto secondaria, praticata in forma estensiva e in genere transumante; prevalgono gli ovini e i caprini. La carne bovina deve essere importata. Del pari non molto importante è la pesca, condotta con metodi tradizionali poco produttivi; fatta eccezione per la raccolta delle spugne, largamente praticata. Nell'ambito dell'economia locale riveste un certo ruolo l'attività mineraria; già in epoca preistorica erano noti il ferro e il rame di Cipro (il nome latino del rame, cuprum, deriva da quello dell'isola). Oltre alle piriti di ferro e di rame si estraggono cromite, gesso, sale, tutti estratti da cave dei monti Tróodos. L'industria, che contribuisce per ca. il 20% alla formazione del reddito nazionale, è il settore che ha conosciuto (specie, ancora una volta, nella parte greca del Paese) la crescita più spettacolare: gli incentivi del governo, uniti al basso costo della forza lavoro, hanno attirato ingenti capitali che hanno consentito la costituzione di una miriade di piccole e medie imprese con una produzione indirizzata verso l'esportazione. Anche se è tuttora enormemente carente l'industria di base, l'industria leggera presenta ormai una gamma abbastanza varia di prodotti. Oltre alla lavorazione di quelli minerari, l'attività industriale è soprattutto volta alla trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici locali ed è perciò rappresentata essenzialmente da manifatture di tabacco, oleifici, complessi enologici, birrifici, calzaturifici, cotonifici e lanifici. A Lárnaca opera una raffineria di petrolio, cui si aggiungono numerosi cementifici. Un settore particolarmente colpito dalla guerra è stato quello delle vie di comunicazione. Benché del tutto priva di ferrovie, Cipro disponeva di una buona rete stradale, le cui principali direttrici si irradiavano da Nicosia verso i centri costieri. Invece, in seguito alla divisione il settore turco-cipriota ha dovuto dotarsi di nuove arterie stradali. Nicosia era inoltre servita da un importante aeroporto internazionale, che dal 1974 è chiuso al traffico ed è sostituito dall'aeroporto di Lárnaca nel settore greco e da quello di Ercan (già Tymbou) nel settore turco. I principali porti sono i citati centri di Lárnaca, Limassól e Famagosta. Il commercio con l'estero, che si svolge soprattutto con la Gran Bretagna e, per quanto concerne lo Stato turco-cipriota, con la Turchia, ben riflette la diversa situazione economica dei due Stati: in entrambi prevalgono nelle importazioni macchinari, veicoli, prodotti petroliferi. Nelle esportazioni al primo posto nello Stato greco-cipriota vengono i prodotti dell'industria leggera, mentre in quello turco-cipriota permangono i tradizionali prodotti agricoli. La bilancia commerciale è gravemente deficitaria in entrambi gli Stati; quello greco-cipriota però si avvantaggia di un rilevante apporto di valuta proveniente dalle rimesse degli emigrati e dalle somme versate dal governo inglese per l'occupazione delle basi aeree (rimaste nel settore greco-cipriota). Nel 1996 a Nicosia (parte greca) è stata aperta una borsa valori. Il turismo balneare, specie nell'area greco-cipriota, è la principale fonte economica del Paese.

Storia: dalle origini all'indipendenza

L'isola di Cipro rappresentò fin dall'età più antica un importante anello di congiunzione economica fra il mondo asiatico, verso il quale gravitava naturalmente, e l'Occidente greco. Attivo centro già in età eneolitica, nel corso del II millennio fu attratta politicamente prima dall'Assiria e poi dall'Egitto. I contatti con l'Occidente si intensificarono soprattutto in età micenea. In epoca classica non ebbe una storia particolarmente degna di rilievo, se si eccettua l'adesione di alcune sue poleis alla rivolta ionica contro la Persia agli inizi del sec. V a. C. e il periodo del governo di Evagora nel sec. IV. Vassalla a più riprese della Persia, al cui giogo fu sottratta definitivamente da Alessandro Magno (333 a. C.), in età ellenistica appartenne ai Lagidi di Egitto. Conquistata dai Romani, divenne provincia nel 58 a. C. e fu unita alla Cilicia. In epoca imperiale, Cipro fece parte dell'Impero d'Oriente. Conquistata dagli Arabi nel 649, più volte riconquistata da Bisanzio, nel 1185, sotto la guida di Isacco II Angelo, si ribellò all'imperatore Andronico I. Sottratta al dominio bizantino da Riccardo Cuor di Leone nel corso della III Crociata (1191), fu da lui ceduta a Guido di Lusignano, re di Gerusalemme (1192), ed elevata formalmente a regno nel 1195 dall'imperatore Enrico VI a favore di Amalrico II (1194-1205), fratello e successore di Guido. Incoronato nel 1197, Amalrico trapiantò nell'isola, di popolazione e cultura greche, un robusto nucleo di elementi francesi, per lo più provenienti dal Regno di Gerusalemme, che costituì un'aristocrazia dominante di cavalieri e di prelati, introdusse l'ordinamento feudale e diede sviluppo alla Chiesa latina a scapito di quella greca. Durante la minore età di Enrico I (1217-53), mentre l'imperatore Federico II conduceva una lunga e inutile lotta per impadronirsi del regno (1228-33), a Cipro si rafforzarono le fazioni la cui lotta doveva contrassegnare la storia quasi trisecolare del regno. Le iniziative di un re valoroso, Ugo III di Lusignano-Antiochia (1267-84), che fu anche eletto re di Gerusalemme (1269), furono compromesse: il regno di Enrico II (1285-1324), vessato dai fratelli e impotente a soccorrere San Giovanni d'Acri, ultimo baluardo del Regno di Gerusalemme, fu tormentato dalla rivalità tra le varie famiglie. Un improvviso quanto effimero risveglio si ebbe sotto Ugo IV (1324-59), che seppe riunire le forze cipriote per intraprendere, col papa, i Veneziani e i Cavalieri di Rodi, una vera e propria crociata contro i Turchi che fallì per mancanza di soccorsi da parte degli Stati cristiani d'Europa. Questo sforzo infruttuoso indebolì gravemente il regno: Pietro II (1369-82) fu costretto a forza a cedere ai Genovesi Famagosta (1373), il più importante dei suoi porti. Al predominio genovese, accentuatosi sotto Giacomo I (1385-98) e Giano (1398-1432), si aggiunse un'aggressione turca, in seguito alla quale Nicosia, la capitale, venne saccheggiata (1426) e il re dovette riconoscersi vassallo del sultano d'Egitto, mentre la popolazione delle campagne, esasperata da tanti disastri, insorgeva con inaudita violenza. Giovanni II (1432-58), che per placare l'elemento greco si era riavvicinato a Bisanzio, lasciò il regno alla figlia Carlotta, moglie di Lodovico di Savoia, escludendo il figlio naturale Giacomo. Questi, usurpato il trono alla sorella (1460), regnò fino al 1473, tolse Famagosta ai Genovesi e, sposando la veneziana Caterina Cornaro, si avvicinò ai loro rivali, i Veneziani: tenne in equilibrio le fazioni, temperò i rapporti tra Latini, Greci e Turchi e allentò i vincoli di vassallaggio col sultano d'Egitto. Morti Giacomo II e suo figlio Giacomo III (1474), Caterina si trovò sola ad affrontare i partiti, che volevano consegnare il regno agli Aragonesi di Napoli o ai Veneziani, e nel 1489 fu costretta (con tutti gli onori) ad abdicare a favore della Repubblica di Venezia, che conservò il dominio nell'isola fino all'occupazione turca del 1571. Dopo tre secoli di dominazione turca, che aveva escluso l'isola dalle linee commerciali tra l'Europa e il Levante, nel sec. XIX Cipro acquistò nuova importanza quale punto strategico, soprattutto dopo l'apertura del Canale di Suez. Con la Convenzione del 4 giugno 1878 i Turchi la cedettero in amministrazione alla Gran Bretagna, dalla quale fu annessa il 5 novembre 1914 (il Trattato di Sèvres, 1920, e la Pace di Losanna, 1923, confermarono l'annessione). Con lo statuto del 1925 Cipro divenne colonia britannica, retta da un governatore. Dopo la seconda guerra mondiale, durante la quale era stata potentemente fortificata, si aprì per l'isola un nuovo periodo di instabilità legato al movimento irredentista che fin dal 1931 si era andato sviluppando tra la popolazione greca. Nei primi anni del dopoguerra, specialmente con l'elezione di Makarios III a etnarca e leader nazionale dei greco-ciprioti (1950), la crisi acquistò dimensioni internazionali. Un plebiscito organizzato (1950) da Makarios optò per l'unione alla Grecia (enosis) e nel 1951 ad Atene venne elaborato un piano, nettamente respinto dal ministro degli esteri britannico Eden, che in cambio dell'enosis prevedeva la cessione alla Gran Bretagna delle basi militari cipriote e di altre basi in Grecia. Nel 1954-55 la crisi degenerò nella rivolta armata dell'EOKA, organizzazione nazionalista diretta dal colonnello Grivas; la Grecia ricorse all'ONU e la Gran Bretagna rafforzò le basi nell'isola, invitando contemporaneamente la Turchia a interessarsi formalmente della crisi. La deportazione di Makarios dall'isola fece fallire (marzo 1956) i primi negoziati tra l'etnarca e il governatore britannico Harding. L'intensificarsi della guerriglia contro gli Inglesi e degli scontri tra greci e turchi portò infine Grecia e Turchia ai negoziati che si conclusero con gli accordi di Zurigo (febbraio 1959). Essi prevedevano la creazione della Repubblica indipendente di Cipro, con presidente greco, vicepresidente turco e una ripartizione prestabilita delle cariche politiche e amministrative tra greci e turchi. Gran Bretagna, Grecia e Turchia erano garanti del nuovo status cipriota e alla Gran Bretagna furono riconosciuti “diritti sovrani” su alcune basi; alla Grecia e alla Turchia il diritto di guarnigione nell'isola. Makarios fu eletto presidente nel dicembre 1959; Cipro divenne indipendente nell'agosto 1960 e le previsioni sulla non funzionalità della Costituzione furono quasi subito confermate; i greci divennero sempre più unitari e accentratori, mentre i turchi optarono per un accentuato federalismo e in ultima analisi per la spartizione dell'isola.

Storia: dalla guerra civile alla divisione dell'isola

Alla fine del 1963 scoppiava tra greci e turchi (per iniziativa dei primi) una vera e propria guerra civile. L'ONU nel febbraio del 1964 decideva di inviare le proprie forze d'emergenza (UNFICYP), con poco successo. Il colpo di stato dell'aprile 1967 in Grecia favoriva la causa dell'enosis, ma inaspriva i rapporti tra Makarios, fautore dell'indipendenza dell'isola, e il governo di Atene che insisteva nella sua azione irredentistica. Nel 1971 Grivas, con l'appoggio del governo militare greco, organizzava una campagna terroristica per l'enosis diretta contro il governo di Makarios. Nel 1974, poco dopo la morte di Grivas, Makarios chiedeva formalmente ad Atene di ritirare i propri ufficiali inseriti nella guardia nazionale isolana. Questi reagivano attuando un colpo di stato (15 luglio); Makarios fuggiva all'estero, Nikos Sampson, ex terrorista dell'EOKA, diveniva presidente della Repubblica. Pochi giorni dopo la formazione di un governo filellenico favorevole all'enosis, la Turchia, temendo per l'autonomia della comunità turco-cipriota, inviava proprie truppe (20 luglio) che conquistarono un ampio territorio nella parte nord dell'isola. Sampson si dimetteva e la presidenza della Repubblica veniva assunta dal moderato Glafkos Clerides. Mentre migliaia di greco-ciprioti fuggivano dalla zona occupata, l'intervento dell'ONU stabiliva il cessate il fuoco. Tuttavia il 14 agosto, dopo il fallimento della conferenza di Ginevra fra Turchia, Grecia e Gran Bretagna, le forze turche riprendevano l'avanzata; un nuovo intervento dell'ONU le fermava quando ormai avevano occupato ca. il 40% dell'isola. In dicembre Makarios ritornava a Cipro e riassumeva la presidenza della Repubblica. Tuttavia i turco-ciprioti, che di fatto detenevano il controllo del Nord dell'isola, nel febbraio 1975 dichiaravano unilateralmente la costituzione dello Stato federato turco di Cipro. Successivamente le due zone (il Nord turco-cipriota e il Sud greco-cipriota) procedevano autonomamente all'elezione dei propri organi politici. Rauf Denktash veniva eletto presidente dello Stato federato turco di Cipro (1976) - costituitasi nel 1983 Repubblica turca di Cipro del Nord (riconosciuta però solo dalla Turchia) - e riconfermato poi nel 1981, nel 1985 e nel 1990; Spýros Kyprianoú, succeduto alla presidenza nel 1977 dopo la morte di Makarios, veniva confermato presidente dei greco-ciprioti nel 1978 e nel 1983, cedendo solo nel 1988 la carica a Georgios Vassiliou. In quello stesso anno, sotto l'egida dell'ONU, le due massime autorità riprendevano il dialogo sospeso nel 1985, ma sia questa trattativa sia quelle successive non conducevano a risultati concreti. Una ripresa dei negoziati si verificava nel 1993 all'indomani delle elezioni presidenziali, vinte dal leader della destra Glafkos Clerides, riconfermato, sia pure di stretta misura, anche nel 1998. La faticosa rielezione, confermata al ballottaggio, nel 1995 di Rauf Denktash alla presidenza dell'autoproclamata Repubblica di Cipro del Nord, testimoniava l'insoddisfazione della popolazione turco-cipriota nei confronti del proprio presidente. Intanto, la radicalizzazione in senso nazionalista delle due comunità si confermava ancora una volta con il cambiamento da parte del comune di Nicosia del nome della capitale in quello greco di Lefkōsía (1995). Nel 1997 il negoziato per Cipro l'allargamento dell'Unione Europea vedeva tra i candidati (la parte greca dell'isola riconosciuta dalla comunità internazionale) e tra i “congelati” la Turchia, a causa del suo mancato rispetto dei diritti umani e della questione curda. Nella Repubblica di Cipro, invece, le elezioni legislative del 2001 registravano la vittoria di stretta misura dei comunisti dell'AKEL sulla coalizione di centro-destra del presidente Glafkos Clerides. Al vertice di Copenaghen del dicembre 2002, la Repubblica di Cipro concludeva i negoziati per l'adesione alla UE. Le elezioni presidenziali del 2003 assegnavano la vittoria a Tassos Papadopulos con il 51,5% dei voti. A causa dell'opposizione del leader turco-cipriota, nel 2003 falliva la proposta fatta dall'ONU per una confederazione tra i due Stati. Nel corso dello stesso anno le autorità della Repubblica turca del Nord decidevano di consentire l'attraversamento del confine che divide l'isola da parte dei cittadini. Nell'anno successivo un referendum, proposto dall'ONU per l'approvazione di un piano di riunificazione dell'isola, falliva per il rifiuto della componente greco-cipriota. Nel maggio dello stesso anno la Repubblica di Cipro entrava a far parte dell'Unione Europea. Nel febbraio 2005 si svolgevano nella Repubblica turca del Nord le elezioni legislative, che venivano vinte dal partito del premier Mehmet Ali Talat, il Partito repubblicano (CTP), favorevole alla riunificazione dell'isola e all'ingresso in Europa, e in aprile lo stesso premier veniva eletto alla presidenza della repubblica. Nel maggio 2006 si svolgevano le elezioni legislative nella Repubblica di Cipro vinte dall'AKEL con il 31,2% dei voti. Il 1° gennaio 2008 il Paese adottava l'euro come moneta e in febbraio elezioni presidenziali davano la vittoria a Dimitris Christofias con il 53,36% dei voti. In marzo veniva riaperto il muro che divideva da 44 anni la città di Nicosia. Nell'aprile del 2009 il partito nazionalista UBP vinceva le elezioni della parte turca dell'isola, mentre Dervis Eroglu sconfiggeva il presidente uscente Mehmet Ali Talat alle elezioni presidenziali (aprile 2010). Nel maggio del 2011 si svolgevano le elezioni vinte dal partito di centrodestra Raggruppamento democratico (Disy) con il 34,3% dei voti, mentre l'AKEL, seconda forza del Paese, arrivava al 32,6% delle preferenze. Nel febbraio 2013 il conservatore Nikos Anastasiades vinceva le elezioni presidenziali. Nel marzo del 2013 il Paese cadeva in una crisi bancaria e monetaria, in seguito alla bocciatura del piano di salvataggio dell'economia negoziato con l'Unione Europea.

Cultura: generalità

Cipro è stata oggetto nei secoli di diverse colonizzazioni e dominazioni: cretesi, fenici, greci, persiani, romani, arabi, bizantini, veneziani, ottomani e inglesi si sono succeduti sul suo territorio lasciando segni più o meno profondi nel patrimonio artistico, culturale e tradizionale dell'isola. Dal punto di vista artistico, reperti di età arcaica convivono con resti di templi e teatri edificati da romani e greci; tombe ellenistiche con catacombe cristiane; chiese e cattedrali ortodosse si affiancano a moschee islamiche; basi militari inglesi a fortificazioni veneziane. Anche nel campo delle tradizioni Cipro si distingue per l'amalgama di usi e costumi greci e ciprioti. Non stupisce la presenza, da entrambe le parti della linea di demarcazione, degli stessi ritmi e strumenti musicali e delle stesse danze. Un ruolo profondamente discriminante tra la zona Sud e la zona Nord del Paese è invece quello svolto dalla lingua. Dopo la taksim del 1974 gli abitanti del Nord hanno esteso l'uso del turco, ribattezzando con nomi turchi luoghi e oggetti definiti tradizionalmente con termini greci. Un'analoga ellenizzazione si è verificata nella Repubblica del Sud. La difficile convivenza tra le due etnie è un tema che permea tutti gli aspetti della vita cipriota, fino a diventare oggetto anche di film come Fango di Dervis Zaim, premiato nel 2003 alla Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia e primo caso di coproduzione turco-cipriota.

Cultura: tradizioni

Dal punto di vista delle tradizioni, Cipro appare come un'isola di sopravvivenza del secolare contatto fra turchi e greci, fusi in una tipica cultura mediterranea in cui confluirono gli apporti veneziani e musulmani. Uno dei fenomeni più evidenti e interessanti del folclore cipriota è proprio la continuità, talvolta sotto forme mutate, di antichissime usanze, riflesso di credenze o consuetudini di ere pagane. Un esempio limite di questo amalgama è offerto dai Limbambaki, specie di setta che professa ufficialmente l'islamismo ma conserva l'uso cristiano del battesimo e la circoncisione. Tra le manifestazioni collegate con le differenti credenze religiose, ortodosso è il pellegrinaggio annuale al grande monastero di Kikkos, tipicamente musulmane sono le ricorrenze celebrate al santuario (Tekke) di Umm Haram. Per gli ortodossi la celebrazione principale è però la Pasqua, durante la quale vengono portate in processione le icone, velate il giovedì santo e ornate di fiori nei giorni successivi. Anche il carnevale è una festa di antica tradizione, soprattutto a Limassól, dove i festeggiamenti si protraggono per dieci giorni e si concludono con una grande parata che sfila per le strade della città. Tra i musulmani è molto importante la conclusione del ramadan, celebrata con i quattro giorni del Kurban Bayrami. Di una certa importanza sono anche le feste legate alla fioritura o alla vendemmia. La dominazione inglese ha conferito al Paese un'aura occidentale, ma permangono, soprattutto nei piccoli centri, usanze profondamente cipriote, come quella di celebrare con grandi feste i matrimoni e i funerali, o il permanere di credenze superstiziose riguardo il malocchio e i giorni nefasti. Notevole anche il patrimonio tradizionale di musiche e danze, mescolanza di forme greche e turche, conservatesi però distinte in parecchi casi; la musica popolare greca è la più coerente e consistente e non presenta forme ben distinte dalla tradizione greca vera e propria. Molto diffuso sull'isola è infatti il syrtos, un ballo di andamento circolare parente molto prossimo del syrtaki greco. Una delle forme più note di contaminazione delle due tradizioni è offerta dalla danza detta karsilamades, la più diffusa nell'isola (adattamento greco di un ballo turco). In realtà queste tradizioni presentano caratteristiche assolutamente analoghe nel Nord e nel Sud, tra le quali l'unica vera differenza sono i termini con cui vengono designate. Dei costumi popolari, antichissimi sono quelli della penisola di Karpaso; interessanti alcuni costumi maschili di origine turca. L'artigianato artistico è ancora praticato con genuinità di tecniche e di decorazioni: stoffe tessute a mano di Phiti, lavori in seta e cotone di Yialousa (tessuto detto itare), merletti di Lefkara, vasi in creta di Kornos, cesti di Karpaso. Sull'isola svolge una grande importanza per la conservazione di queste tradizioni artigianali il Cyprus Handicraft Centre di Nicosia, che salvaguarda il mantenimento delle tradizioni offrendo la possibilità anche ai più giovani di apprendere e sperimentare i mestieri tradizionali. § La cucina cipriota è piuttosto rustica e semplice, a base di carne ai ferri (specialmente di montone); celebri gli spiedini di agnello (kebap). Diffuso l'uso del riso pilaf, del latte acido e di vari tipi di formaggi. Il piatto più richiesto nei ristoranti è il mezé, una successione di decine di pietanze a base di carne, pesce, verdure, formaggi e salse che esibisce in un solo pasto il meglio delle tradizioni culinarie greca, turca e cipriota. Fra i dolci, tipiche le noci candite, ottenute immergendo i frutti freschi in un succo d'uva intiepidito (sojukko). Tra i vini spicca un pregiato passito (commandaria), solitamente venduto, anche all'estero, con il nome di vino di Cipro. Dai resti della vendemmia i ciprioti ottengono anche lo zivania, una sorta di whisky ad alta gradazione.

Cultura: letteratura

Nell'ambito della letteratura greca antica non si annovera una produzione letteraria specifica di Cipro: Stasino (tramandatoci come autore delle Ciprie) è l'unico poeta locale a noi noto. Una fisionomia più definita ha invece la letteratura cipriota dei sec. XIV-XVI, espressa in un dialetto neogreco con caratteristiche peculiari, ma sostanzialmente inserita nella fioritura letteraria neogreca delle aree di influenza occidentale (Peloponneso, Creta, Rodi, Cipro, Eptaneso). Il più antico documento in dialetto cipriota è una raccolta di leggi, le Assise del Regno di Cipro (1390). Seguono poi la Descrizione della dolce contrada di Cipro, intitolata Cronaca, di Leonzio Macheràs, e la sua continuazione a opera di Giorgio Bustrònios, che è peraltro scrittore assai meno dotato (sec. XVI). Quanto alla produzione poetica, oltre ai canti popolari (paraloghès ecc.), esiste un canzoniere di 156 componimenti dotti, in gran parte traduzioni (Petrarca e petrarchisti, Sannazzaro ecc.) o variazioni su temi di maniera, che rappresenta il primo esperimento di uso del dialetto a fini letterari. La conquista di Cipro da parte dei Turchi (1571) interruppe l'evoluzione letteraria: ci sono giunti un Lamento per Cipro in 777 decapentasillabi (sec. XVI) e le opere di Neòfito Rodinòs (un lessico biografico di personaggi ciprioti, stampato a Roma nel 1659, e scritti teologici). La produzione contemporanea in greco (sec. XIX e XX) fa parte integrante della letteratura neogreca. Non si può parlare di una letteratura turco-cipriota diversa da quella della Turchia se non a livello folcloristico e solo per la presenza di lessico dialettale greco.

Cultura: arte

L'isola è ricca di rinvenimenti archeologici, dal Neolitico (4000 a. C.) all'età romana (50 a. C.-395 d. C.). Dell'Età del Bronzo – quando Cipro ebbe grande importanza per le sue miniere di rame – sono le fortezze di Niovikla, Nikolides, e forse anche dell'Idalion. Durante tutto il periodo del Bronzo si assiste inoltre alla creazione di una facies ceramica distintiva, denominata cipriota, di cui rimangono interessanti esempi, mentre nelle arti appare vivo l'influsso asiatico. Città preminenti sono Kourion, presso Episkope, ed Enkomi che attestano in atto una dicotomia culturale tra la parte orientale dell'isola, legata alla costa asiatica, e quella occidentale in cui prevale la cultura artistica micenea. Nell'Età del Ferro, nonostante le conquiste parziali di Fenici, Assiri, Egiziani e infine Persiani, Cipro fu centro di un'ampia e originale fioritura artistica, manifestatasi in specie nella metallurgia, nella lavorazione dell'avorio e nell'architettura. Numerosi i santuari (già comparsi nel tardo Bronzo), prima a forma di casa-cappella, poi con un più ampio recinto aperto; anche in età ellenistica e romana i templi ebbero forme particolarmente asimmetriche (Vuni). Le più importanti località archeologiche, oltre a Enkomi, Kition (odierna Lárnaca) e Soloi, sono Agias Iakovos, con i più antichi templi dell'isola e notevoli sculture, Vuni (con il grandioso palazzo), Salamina (con il ginnasio e altri resti di età romana). La scultura cipriota arcaica, generalmente votiva, iniziò alla fine del sec. VII a. C. sotto l'influenza siro-anatolica (secondo altri assira) e conserva forme provinciali nella trattazione accentuata dei particolari del volto su un modellato molto superficiale del corpo. § Durante il periodo bizantino furono costruite chiese basilicali e rifiorirono gli antichi centri. Ai sec. VI-VII risalgono i resti di mosaici della chiesa della Panagia Angeloktistos di Kiti. Dello stesso periodo è il Tesoro di Cipro, rinvenuto presso Kyréneia negli ultimi anni del secolo scorso e attualmente conservato al Metropolitan Museum di New York. Il nucleo principale è costituito da una serie di piatti d'argento decorati a sbalzo con episodi della vita di David. Dopo le manifestazioni dell'arte islamica nel periodo dell'occupazione araba (649-965), una nuova ripresa artistica si ebbe a partire dal 965 con il ricongiungimento all'impero bizantino. A questo periodo (sec. X-XII) risale la maggior parte delle chiese bizantine dell'isola (chiese dipinte dei monti Tróodos, dichiarate dall'UNESCO patrimonio dell'umanità). Nel 1192 Cipro passò alla dinastia dei Lusignano, cosicché alla tradizione bizantina e islamica si sovrappose una forte influenza occidentale. Tra il sec. XIII e il sec. XV sorsero numerosi edifici in puro stile gotico francese: al Duecento risalgono la chiesa dell'abbazia agostiniana di Bellapais (finita nel 1284), la porta orientale della cattedrale di Nicosia, le rovine di S. Giorgio dei Latini a Famagosta; al Trecento la cattedrale e le chiese di S. Anna e dei SS. Pietro e Paolo a Famagosta, il chiostro e gli edifici conventuali di Bellapais, le chiese di S. Caterina e S. Sofia a Nicosia. Accanto alle chiese gotiche latine sorsero chiese e monasteri greci nelle forme della corrente cipriota-bizantina, che perdurarono anche durante le dominazioni veneta e turca. Le testimonianze della dominazione veneta (1489-1571) sono costituite soprattutto dalle opere difensive (cerchia poligonale di Nicosia del 1567; mura della città e della cittadella di Famagosta) e da qualche edificio pubblico (palazzo di Famagosta, di G. Sanmicheli, 1552-54). Con l'occupazione turca (1571) iniziò la decadenza dell'isola: le chiese latine vennero trasformate in moschee, mentre chiese e monasteri greci continuarono a essere costruiti nelle forme convenzionali dei secoli precedenti. Nel XX sec. l'architettura nella parte greca di Nicosia è consistita essenzialmente nell'opera di restauro dell'area storica della città (zona di Laïki Geitonia), che ha avuto ottime ripercussioni dal punto di vista turistico tanto da inaugurare operazioni analoghe anche in altre città dell'isola di parte sia greco-cipriota che turco-cipriota (Limassól, Larnaka, Famagosta). L'edificazione negli anni Sessanta di alcuni edifici pubblici o istituzionali (Teatro comunale, Palazzo arcivescovile), ricalca moduli classici e non è di grande interesse dal punto di vista artistico.

Bibliografia

Per la geografia

H. Luke, Cyprus, Londra, 1965; H. D. Purcell, Cyprus, Londra 1969; G. Peroncini, F. Dubosch, Cipro, Milano, 1988.

Per la storia

D. Alastos, Cyprus in History, Londra, 1955; D. Alastos, Cyprus Guerrilla: Grivas, Makarios and the British, Cambridge, 1960; S. Mayes, Cyprus and Makarios, Londra, 1960; A. Emilianides, Histoire de Chypres, Parigi, 1963; G. S. Georghallides, A Political and Administrative History of Cyprus 1918-1926, Nicosia, 1979; P. M. Kitromilides, M. L. Evriviades, Cyprus, Oxford, 1982; N. M. Ertekün, The Cyprus Dispute, Nicosia North, 1984; J. S. Joseph, Cyprus Ethnic Conflict and International Concern, New York, 1985.

Per l'arte

P. Dikaios, A Guide to the Cyprus Museum, Nicosia, 1953; V. Karageorghis, Cipro, Roma, 1977; idem, Cyprus from the Stone Age to the Romans, London, 1982; V. Daszewski, D. Michaelides, Mosaic Floors in Cyprus, Ravenna, 1988.

Per il folclore

R. Stephens, Cyprus, a Place of Arms: Power, Politics and Ethnic Conflit, New York, 1966.

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