Civitanòva Marche

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comune in provincia di Macerata (27 km), 3 m s.m., 45,64 km², 42.390 ab. secondo una stima del 2020 (civitanovesi), patrono: san Marone (18 agosto).

Centro sull'Adriatico, situato tra le foci del fiume Chienti e del torrente Asola. L'origine di Portocivitanova si ricollega al villaggio costiero piceno di Cluana e a quello sulla collina di Cluentensis Vicus. Il primo, affermatosi in epoca romana come porto commerciale, si ridusse a poche case dopo le invasioni barbariche. Il Vicus, sopravvissuto, diventò potente dopo il Mille, grazie a concessioni imperiali e papali, con il nome di Civitate Nova. In seguito appartenne ai Malatesta di Rimini e ai Da Varano di Camerino; occupato da Francesco Sforza, passò poi sotto il dominio della Chiesa. Nel 1551 papa Giulio III lo cedette ai Cesarini, che lo tennero fino al 1797, rinnovando le mura e costruendo nuovi palazzi signorili e strade. Nel 1938 l'unione della “città alta” e del “porto” diede luogo al nuovo centro con il nome attuale. § Civitanova Alta conserva un'unità urbanistica quasi intatta, con le mura castellane e quattro porte. Le chiese di Sant'Agostino e di San Francesco sono entrambe del sec. XIV. Il palazzo ducale Cesarini-Sforza (sec. XVI) è ora sede della Galleria d'Arte Moderna; notevoli il Teatro “Annibale Caro” del 1872, con portale in pietra del Quattrocento, e alcuni palazzi gentilizi. Nel territorio comunale sorge l'abbazia benedettina di Santa Croce all'Ete, consacrata nell'866 e in seguito abbandonata.§ Notevole il turismo, favorito dalla buona ricettività alberghiera e dal porto. Tradizionali l'attività peschereccia e l'agricoltura, che si è specializzata nell'orticoltura, irrigua e in serra. Fiorente è anche il settore manifatturiero, soprattutto nella pelletteria e nelle calzature. § Vi nacque il letterato Annibal Caro (1507-1566).

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