Consalvi, Èrcole

cardinale e uomo politico (Roma 1757-Anzio 1824). Segretario di Stato (1800), nel 1801 stipulò con Napoleone un concordato che fece riguadagnare alla Chiesa buona parte del terreno perduto durante la rivoluzione. Per la sua opera di difesa dell'indipendenza papale cadde però presto in sospetto del Bonaparte e fu costretto a lasciare la segreteria di Stato (1806). Nel 1813 fu tra i cardinali intransigenti che indussero Pio VII a denunciare il Concordato di Fontainebleau (del gennaio dello stesso anno). Incaricato, alla Restaurazione, di trattare con gli alleati per il recupero dello Stato Pontificio, dimostrò singolari abilità diplomatiche riuscendo a ottenere tutti gli antichi territori fuorché Avignone e il Contado Venassino. Ripresa quindi la funzione di segretario di Stato (1816), in politica estera rifiutò l'alleanza con l'Austria e stipulò una serie di concordati con vari Stati europei (Francia, Piemonte, Napoli, Prussia). In politica interna tentò di riordinare i possessi pontifici con criteri di moderata modernità. Grande attenzione dedicò alla riorganizzazione della Segreteria di Stato, per renderla capace di costituire il centro della politica papale. Caratteristiche del suo stile d'azione furono una grande elasticità e un'estrema lucidità, che gli permettevano di adeguare la politica della Santa Sede alle situazioni nuove e più varie.

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