Créspi, Giusèppe Marìa, detto lo Spagnòlo

pittore italiano (Bologna 1665-1747). Si formò nella bottega di D. M. Canuti, poi alla scuola di C. Cignani e infine lavorò per A. Burrini. Ma fu attraverso lo studio dei grandi del passato (dai veneti al Correggio, al Barocci, al Guercino, al Reni) che trasse il suo naturalismo popolaresco con larghi richiami ad Annibale e Ludovico Carracci e alla tradizione caravaggesca. Sul S. Antonio flagellato dai demoni (S. Niccolò degli Albari, Bologna), del 1690, Crespi fondò la sua fama. Ma è negli affreschi mitologici dei due soffitti di palazzo Pepoli-Campogrande a Bologna (1691) che il suo stile rivela l'acquisita originalità tanto sul piano della forma che del colore. Altri soggetti, dal tema più modesto e attraverso colori tenui, sembrano voler anticipare il Settecento veneziano (Suonatrice di liuto, Parigi, collezione privata; Casolare, Pinacoteca di Bologna). Importante infine la celebre serie dei Sette Sacramenti (1710-12, Dresda, Gemäldegalerie) commissionatagli dal cardinale Pietro Ottoboni, nei quali la pittura religiosa, abbandonata ormai ogni retorica, acquista la dimensione del quotidiano. § Il figlio Luigi, pittore, incisore e scrittore d'arte (Bologna 1708-1779), ne imitò lo stile ma senza originalità. Scrisse Vite de' Pittori bolognesi (Roma, 1769).

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