Dakar (città)

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capoluogo della regione omonima e capitale del Senegal, 1.146.053 ab. (stima 2018), l'agglomerato urbano 2.159.000 ab. (stima 2005). 

Città situata all'estremità meridionale della penisola del Capo Verde, in una pianura che termina col capo Manuel, di fronte all'isola di Gorée. Quest'ultima ospitò il primo insediamento europeo, da parte di navigatori olandesi, nel 1617; ma solo alla metà del sec. XIX ebbe inizio lo sviluppo urbano nel sito attuale, quando i Francesi vi installarono una base militare e diedero i primi impulsi alle attività portuali, inizialmente limitate al rifornimento delle navi lungo le rotte per l'America Meridionale. L'apertura, nel 1885, della ferrovia costiera da Saint-Louis (al confine odierno con la Mauritania) segnò una prima tappa significativa per la sostituzione di quel porto con Dakar nelle funzioni commerciali legate al bacino del Senegal. Nel 1904, poi, la città subentrava a Gorée come capoluogo dell'Africa Occidentale Francese. Un nuovo collegamento ferroviario, questa volta di penetrazione (per Bamako, odierna capitale del Mali: 1924), ne rafforzò in misura decisiva il ruolo mercantile, favorendo anche la grande espansione della coltura dell'arachide. La città veniva così a dotarsi dei primi impianti di trasformazione (sgranatura, oleificio) e la sua popolazione cominciava a crescere con ritmi accelerati: da 24.000 ab. nel 1914 a 54.000 ab. nel 1931 e a oltre 350.000 ab. nel 1960, all'atto dell'indipendenza senegalese. Nonostante essa abbia perduto, da allora, il vastissimo retroterra coloniale, il processo di crescita urbana è proseguito quanto mai impetuoso, con fortissime correnti immigratorie dall'intero Paese, che hanno fatto assumere a Dakar la tipica connotazione di “città-fungo”: 590.000 ab. nel 1970, fino a superare il milione appena dieci anni dopo. Ciò ha comportato, dal punto di vista topografico, una formidabile espansione dell'agglomerato urbano, a partire dal quartiere politico-amministrativo, che occupa l'estremità meridionale della penisola, e dal quartiere degli affari, a N del precedente, a sua volta affiancato dalla zona portuale, a E. Seguono una cintura di vecchi insediamenti produttivi, mercati e impianti sportivi e, ancora oltre, il quartiere indigeno (Medina), mentre a NE (Hann) si sono venute a localizzare le industrie più moderne. Queste comprendono impianti tessili, chimici e petrolchimici, metalmeccanici (montaggio di autoveicoli, cantieri navali), per la lavorazione del legno, e del tabacco. L'aeroporto internazionale di Yof (15 km a NW del centro) è nodo di un intenso traffico che lo collega all'Europa, alle Americhe e all'Africa meridionale. Dakar svolge, infine, anche una notevole funzione culturale, essendo sede di una frequentata università (1957) e di numerosi musei, tra cui quello etnografico. § Nel 1940 la città fu teatro di una battaglia tra le “forze francesi libere” del generale De Gaulle e le autorità francesi locali, sottoposte al governo collaborazionista di Vichy. Dalla fine del  1942 la città passò. insieme al resto dell'Africa Occidentale Francese, sotto l'amministrazione alleata. Tra il 1959 e il 1960 la città fu capitale della Federazione del Mali, nazione dell'Africa occidentale costituita da Senegal e Mali, che ebbe però vita breve poichè i due stati divenneri presto indipendenti l'uno dall'altro. Dal 1960 Dakar è quindi capitale del Senegal. Dal 1979 ospita la famosa corsa automobilistica e motococlistica Parigi-Dakar. Nel 2022 la città ospiterà la IV edizione dei Giochi Olimpici Giovanili Estivi. 

E. Séré de Rivières, Le Senegal et Dakar, Parigi, 1953; A. Seck, Dakar, fenomeno urbanistico, in “Le Vie del Mondo”, Milano, 1962; idem, Dakar Métropole Ouest-africaine, Dakar, 1970.

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