Desidèrio

re dei Longobardi (m. 774). Di origine bresciana, duca della Tuscia, succedette ad Astolfo superando l'opposizione di Ratchis, fratello del defunto re, con l'aiuto del papa Stefano II, cui restituì le zone occupate da Astolfo. Con il nuovo papa Stefano III, ostile all'influenza longobarda, la situazione mutò. Il re longobardo si preoccupò, con un'accorta politica matrimoniale, invano osteggiata dal papa, di assicurarsi l'alleanza dei Franchi: nel 770 sua figlia Desiderata o Ermengarda andò in sposa a Carlo figlio di Pipino. Ma nel 771 Carlo ripudiò Ermengarda e cacciò dall'AustrasiaGerberga, vedova del fratello e coerede Carlomanno, con i figli, i cui diritti erano sostenuti da Desiderio. Il re longobardo suscitò tumulti in Roma e invase l'Esarcato e la Pentapoli, giungendo in armi fino a Roma (fine 772). Il papa Adriano I chiese allora aiuto a Carlo che, falliti i tentativi di composizione pacifica, scese in Italia, vincendo l'esercito longobardo alle Chiuse di Susa (773). Desiderio si rifugiò allora a Pavia, mentre il figlio Adelchi, da lui associato al trono nel 759, si asserragliava a Verona, che capitolò per prima. Nel giugno 774 anche Pavia si arrese. Desiderio e la moglie Ansa furono mandati prigionieri in Francia, dove morirono nel monastero di Corbie.

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