Di Giàcomo, Salvatóre

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poeta italiano (Napoli 1860-1934). Abbandonati gli studi di medicina, si dedicò alla letteratura e al giornalismo. Fu anche bibliotecario della Lucchesi-Palli di Napoli. Nel 1929 fu nominato accademico d'Italia. Alla fama di Di Giacomo contribuì la sua affermazione come poeta di celebri canzoni di Piedigrotta, le cui alternanze di tono, dalla malinconia di Marechiaro alla malizia vivace di Spingole francese, costituiscono la vocale modulazione del popolo napoletano, capace di ridere anche nel pianto. Il maggiore Di Giacomo va tuttavia ricercato nel lirismo intenso e struggente con cui sono evocate le umili cose della vita quotidiana, nella purissima vena musicale che un critico sensibile come R. Serra ha riportato alle sorgenti della lirica greca. Di Giacomo esordì come “verista sentimentale”, affrontando la tematica delle prigioni, degli ospizi, del mondo plebeo dei “bassi”, formicolante di una folla colorita e picaresca di vagabondi, di scugnizzi, di reietti (A San Francisco, 'O funneco verde, Zi' Munacella, 'O munasterio). Passa poi dal sentimentalismo al fiabesco (Donn'Amalia 'a Speranzella), per consacrare la sua pienezza lirica in Marzo, 'Na tavernella, Dint'a Villa, Pianefforte 'e notte, Arillo, animaluccio cantatore. L'alone d'incanto di queste liriche, raccolte nel volume Poesie, viene meno nelle prose, tra le quali tuttavia spiccano le Novelle napolitane (1914), le cui pagine migliori trascorrono dalla contenuta commozione di Senza vederlo alla drammaticità abilmente orchestrata di Assunta Spina. Nella trasposizione teatrale di queste e di altre novelle (Mese mariano, 1900; Assunta Spina, 1909; 'O voto, scritto in collaborazione con G. Cognetti con il titolo Malavita, 1881, trasferito poi in dialetto con il titolo definitivo), si perdono inevitabilmente il colore e l'efficacia descrittiva. Di Giacomo ha scritto anche volumi di antichità e curiosità napoletane: Storia della prostituzione in Napoli dal XV al XVII secolo (1889), Storia del teatro di S. Carlo (1891), Napoli: figure e paesi (1909), Luci e ombre napoletane (1914).

B. Croce, Uomini e cose della vecchia Italia, Bari, 1943; idem, Nuove pagine sparse, I, Napoli, 1949; A. Momigliano, Ultimi studi, Firenze, 1954; R. Preziosi, La poesia di Salvatore Di Giacomo, Cuneo, 1954; S. Rossi, Salvatore Di Giacomo, Catania, 1968; F. Schlitzer, Le tre redazioni di un poemetto di Salvatore Di Giacomo, Firenze, 1969; V. Vitale, Salvatore Di Giacomo e la musica, Napoli, 1988.

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