Diesel

motore a scoppio in cui la combustione avviene in conseguenza del raggiungimento di un'elevata temperatura, ottenuta unicamente mediante una forte compressione dell'aria: quest'ultima, portata a 30-60 bar (anche fino a 80 per motori a iniezione diretta) subisce un notevole aumento di temperatura (600-900 °C) che provoca l'accensione spontanea del gasolio, il quale, finemente polverizzato, viene iniettato nella camera di scoppio. Ideato da R. K. Diesel, tale motore per il suo modo di funzionamento viene denominato anche AC, cioè ad accensione per compressione. La fine polverizzazione del combustibile è ottenuta con una pompa attivata e messa in movimento dal motore, che invia a elevata pressione il gasolio agli iniettori, oppure con una pompa elettrica ad alta pressione come nei più moderni sistemi common rail. Per la partenza a motore freddo, il Diesel necessita di candelette di preriscaldamento rese incandescenti da una resistenza elettrica interna. I motori Diesel sono a iniezione diretta o indiretta, a seconda che l'iniettore spruzzi direttamente nel cilindro o in una "precamera". Rispetto al motore a benzina tradizionale, il Diesel ha un consumo inferiore poiché può funzionare con miscele aria-combustibile meno consistenti, ha rapporti di compressione più elevati e non presenta la strozzatura della farfalla d'alimentazione: nei cilindri viene immessa solo aria, mentre la potenza è regolata modificando la quantità di gasolio iniettata. Inoltre, per unità di volume il gasolio ha, rispetto alla benzina, una densità di energia superiore del 10% circa. Non è possibile però arrivare fino al rapporto stechiometrico (14:1) per non provocare fumo allo scarico. Gli inconvenienti sono costituiti da un maggiore peso del motore e dall'elevata rumorosità, in parte ridotta con i nuovi sistemi di iniezione.

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