Lessico

sm. [sec. XIX; da iniettare].

1) Congegno degli apparati di iniezione avente uno o più orifici attraverso i quali passano le sostanze che si devono iniettare e che ha la funzione di dirigere il materiale iniettato nella direzione voluta. L'iniettore assume forma diversa secondo il fluido che deve iniettare. In particolare, negli apparati per la diffusione di cemento per consolidare terreni, l'iniettore consta di un tubo aperto all'estremità con una serie di feritoie anche sui fianchi. Nella tecnologia delle materie plastiche l'iniettore consiste in un ugello con il foro calibrato al centro ed è realizzato con materiale resistente all'usura, in quanto è fortemente sollecitato dal fluido che lo attraversa, inoltre l'iniettore deve essere costruito in modo da consentire la rapida sostituzione quando l'usura ha superato certi limiti o eventualmente la rapida intercambiabilità per esigenze specifiche. Negli apparati per il sollevamento di liquidi viene spesso usato l'iniettore idraulico che consiste in un ugello intubato il quale accelera un fluido nel tubo stesso creando una depressione che può essere sfruttata per sollevare una certa quantità di liquido. La portata totale del dispositivo è la somma delle portate dell'iniettore e del liquido sollevato; al termine i due fluidi escono mescolati.

2) In metallurgia, dispositivo (per esempio lancia metallica a circolazione esterna di acqua) usato per introdurre in maniera suddivisa nella massa di un bagno metallico, nel corso della sua conversione, opportuni gas o specie chimiche, oppure per introdurre un metallo fuso nello stampo nel corso della colata sotto pressione.

3) In fisica nucleare, apparato per accelerare fino ad alcune centinaia di keV e focalizzare fasci di particelle da immettere negli acceleratori. Può essere costituito da un acceleratore di Van de Graff o di Cockcroft e Walton, oppure da un cannone elettronico o apparati similari.

Tecnologia: generalità

Gli iniettori trovano applicazione nei più svariati campi e possono essere distinti in iniettori aperti e iniettori chiusi: i primi sono formati da un congegno che viene collegato con il meccanismo di cui fanno parte, mentre i secondi sono costituiti da un orifizio praticato nel punto più idoneo del meccanismo stesso. Gli iniettori per combustibili fluidi, i più diffusi e più complessi, detti anche polverizzatori o spruzzatori, poiché iniettano il carburante sotto forma di goccioline minutissime, vengono usati soprattutto negli apparati di alimentazione dei motori a ciclo Diesel o a ciclo Otto degli autoveicoli e dei turboreattori, nonché in quelli delle caldaie di navi e locomotive, come pure nei sistemi di combustione di vari impianti fissi.

Tecnologia: meccanica

Sugli autoveicoli gli iniettori costituiscono l'organo dell'apparato di alimentazione a iniezione, attraverso il quale la benzina o il gasolio vengono polverizzati e immessi, da soli o con un piccolo getto d'aria o di gas incombusti, nella camera di combustione dei cilindri. Ciascun iniettore è costituito da un portapolverizzatore e da un polverizzatore formato da un corpo cilindrico, terminante con uno o più fori, in cui è alloggiato uno spillo (detto anche ago polverizzatore); il polverizzatore può essere a punta conica o a pernetto in modo che l'organo otturatore possa essere premuto da una molla di pressione a elica nella sua sede bloccando l'afflusso di carburante; il carico del fluido immesso può essere regolato mediante spessori o viti di registro. Il portapolverizzatore dell'iniettore è calettato in un raccordo filettato che viene avvitato per un'estremità alla testata del motore e per l'altra a un tappo di adduzione collegato alla tubazione di arrivo del carburante. A seconda del modo con cui lo spillo viene fatto sollevare (permettendo così al combustibile di fuoriuscire, finemente polverizzato, dai fori calibrati ai quali giunge sotto pressione grazie all'azione di un'idonea pompa) si distinguono iniettori a comando meccanico, pneumatico ed elettromagnetico. Nei primi l'apertura è regolata da un meccanismo, nei secondi dalla pressione del carburante stesso e negli ultimi da un impulso elettrico. Questi ultimi sono diffusi soprattutto nelle vetture di media e grossa cilindrata, in particolare in quelle che adottano sistemi turbocompressi, e vengono controllati dai sistemi di gestione elettronici delle funzioni del motore (iniezione elettronica). Tali iniettori, noti come elettroiniettori, funzionano praticamente come un'elettrovalvola: infatti, sono schematicamente costituiti da una bobina che circonda un corpo cilindrico cavo a una cui estremità è collegato il tubo di afflusso del carburante; nel cilindro scorre l'ago otturatore, contrastato dalla molla, che nebulizza il carburante spinto nel tubo mediante una pompa elettrica collegata al sistema d'iniezione. Quando il campo magnetico, generato dal passaggio di corrente nella bobina, solleva l'ago, l'elettroiniettore eroga carburante; appena finisce l'impulso elettrico, il campo decade e la molla riporta l'ago in posizione di riposo nella sua sede, chiudendo l'afflusso di carburante. Particolare attenzione è dedicata alla geometria del foro d'uscita dell'elettroiniettore poiché è questo che modella il getto di carburante; così pure, la pompa deve rispondere a precisi requisiti per portare il fluido alla giusta pressione di esercizio. Nei motori a ciclo Diesel dei camion che richiedono pressioni superiori ai 400 kg/cm² vengono sperimentati particolari iniettori-pompa, di derivazione marina, che hanno sullo stesso asse un pompante tradizionale mosso da un eccentrico agente direttamente sull'iniettore; un idoneo cinematismo di regolazione pilota tutti i pompanti dei singoli iniettori allo stesso modo, in tal modo si assicura una corretta alimentazione del motore in ogni condizione di esercizio. Nelle navi e nelle motrici ferroviarie sono usati, di norma, iniettori-pompa per gli apparati motore Diesel o turbodiesel, mentre per quelli a caldaia vengono adottati gli iniettori di vapore; questi ultimi consentono di utilizzare un getto di vapore prelevato dalla caldaia stessa, o da un preriscaldatore, permettendo di conseguenza il raggiungimento di temperature più elevate dell'acqua nelle caldaie stesse; schematicamente sono costituiti da tre coni fissi, due convergenti nei quali passano il vapore e l'acqua di riserva trascinata da questo, e uno divergente nel quale l'energia cinetica della miscela vapore-acqua si trasforma in pressione, per cui la miscela può entrare nella caldaia. La dimensione caratteristica di un iniettore di vapore è costituita dal diametro (espresso in mm) più ristretto del cono divergente il quale, per una data pressione di caldaia, ne determina la portata.

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