comune in provincia di Nuoro (32 km), 390 m s.m., 224,81 km², 8190 ab. (dorgalesi), patrono: santa Caterina d'Alessandria (25 novembre).

Generalità

Centro delle Baronie, situato sul versante nordorientale del monte Bardia. L'abitato originario si formò al centro di una stretta vallata, come indicherebbe il suo nome, derivante pare dal termine dialettale turcalu, che indica una piccola valle.

Storia

Sorse in una zona popolata fin dal Neolitico, come testimoniano le domus de janas, le “tombe dei giganti”, i dolmen e i nuraghi che costellano il territorio. I primi documenti risalgono al 1341, quando appartenne alla curatoria di Galtelli, contesa fra gli Aragonesi e il Giudicato d'Arborea; di quest'ultimo seguì le vicende fino al 1839, anno dell'abolizione dei feudi.

Arte

La settecentesca parrocchiale di Santa Caterina custodisce due preziose ancone in legno dorato (sec. XVIII e sec. XX). Il paese è sede di due interessanti istituzioni museali: il Museo Archeologico, che conserva numerosi reperti neolitici, nuragici, fenici e romani, e il Museo “Salvatore Fancello” che raccoglie ed espone varie opere del noto ceramista dorgalese (1916-1941).

Economia

L'economia del comune, uno dei più estesi della regione, spazia dall'agricoltura (olive, uva, cereali e ortaggi) all'allevamento bovino, ovino e caprino, alla produzione alimentare (caseifici, frantoi oleari, produzione di vino cannonau DOC e di prodotti da forno), all'artigianato (filigrana, ceramica, tappeti, pelle, coltelli e legno). Molto importante è il turismo, favorito dalla bellezza della costa, con baie intatte (cala di Luna e cala Sisine), grotte, spiagge, percorsi escursionistici, e sostenuto da notevoli strutture ricettive, ricreative, sportive e nautiche.

Curiosità e dintorni

Il Ferragosto dorgalese è caratterizzato da numerose competizioni a cavallo, coronate dal palio finale. Nei dintorni sorgono numerosi siti preistorici. Il villaggio nuragico di Tiscali, composto da una quarantina di capanne quadrangolari ed edifici a forma di torre, è nascosto all'interno di una dolina di origine carsica ed è raggiungibile solo a piedi percorrendo un sentiero che si snoda fra strette fenditure rocciose. Il villaggio nuragico di Serra Orrios, uno dei più grandi e meglio conservati della Sardegna, è costituito da circa cento capanne a pianta circolare (alcune semplici e altre più articolate, composte da diversi ambienti collegati fra loro), raggruppate in isolati con stradine e piazzette dove sono ubicati anche pozzi pubblici, e con due aree sacre caratterizzate dalla presenza di un tempietto a megaron. Presso Cala Gonone, rinomata località balneare dotata di porticciolo turistico, è il complesso di Nuraghe Arvu, che ha restituito notevoli reperti, formato da più di 130 capanne in pietra calcarea bianca, a pianta circolare, ma anche a pianta rettangolare. A S di Cala Gonone si apre la celebre grotta del Bue Marino, una delle più ampie della regione, rifugio della foca monaca (chiamata localmente “bue marino”).

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