Eliot, Thomas Stearns

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poeta e letterato statunitense naturalizzato inglese (Saint Louis, Missouri, 1888-Londra 1965). Formatosi alla Harvard University, perfezionò i propri studi alla Sorbona, a Oxford e in Germania, manifestando subito un profondo interesse per la filosofia e per le lettere. Stabilitosi in Gran Bretagna nel 1915, divenne cittadino inglese dal 1927. Dopo alcuni tentativi giovanili fu “scoperto” da E. Pound, che gli fece pubblicare sulla rivista Poetry di Chicago alcune poesie poi incluse nel volume The Love Song of J. Alfred Prufrock (1917; La canzone d'amore di J. Alfred Prufrock). L'amicizia con Pound fu fondamentale nella formazione poetica di Eliot, che gli dedicò, con l'epigrafe dantesca “al miglior fabbro”, il celebre poemetto The Waste Land (1922; La terra desolata), rievocazione e insieme epitaffio di un mondo in piena crisi dopo la I guerra mondiale. The Waste Land mostra non soltanto l'influsso di Pound (che apportò pure correzioni al testo), ma anche l'interesse per i poeti metafisici inglesi, per Blake e per Dante, nonché una nuova visione dinamica della tradizione, intesa come utilizzazione e modificazione costante del patrimonio letterario e culturale. Gli anni successivi alla pubblicazione di The Hollow Men (1925; Gli uomini vuoti), in cui la visione negativa di Eliot raggiunse il suo apice, segnarono un profondo ripensamento critico e poetico, espresso con estrema chiarezza nel 1930, quando Eliot si dichiarò monarchico in politica, classico in letteratura e anglocattolico in religione. Tale mutamento si rifletté anche nelle opere creative, soprattutto nella raccolta Ash-Wednesday (1930; Mercoledì delle Ceneri), che rivela marcati interessi devoti e religiosi e un tono più pacato. Seguì tutta una serie di opere teatrali (Murder in the Cathedral, 1935, Assassinio nella cattedrale; Family Reunion, 1939, Riunione di famiglia; The Cocktail Party, 1949; The Confidential Clerk, 1955, L'impiegato di fiducia; The Elder Statesman, 1959, Il grande statista), guastate sovente da un messaggio troppo vistoso e dall'ancoraggio a tesi troppo esplicite. Eliot comunque non abbandonò la poesia e anzi toccò uno dei suoi vertici più alti con i Four Quartets (1943; Quattro quartetti), dove, attraverso l'uso del simbolo come strumento di diretta comunicazione emotiva e razionale tra autore e lettore, tentò una sintesi del percorso terreno, mentale e spirituale dell'uomo. Importante è anche l'attività critica e saggistica che non ha mai conosciuto soste; le opere più significative sono: The Sacred Wood (1920; Il bosco sacro), Dante (1929), The Use of Poetry and the Use of Criticism (1933; L'uso della poesia e l'uso del criticismo), After Strange Gods (1934; Dopo strani dei), The Idea of a Christian Society (1939; L'idea di una società cristiana), The Literature of Politics (1955; La letteratura della politica). Considerato concordemente uno dei massimi esponenti della letteratura angloamericana del sec. XX, Eliot, nonostante si sia dovuto registrare un certo declino di interesse nei suoi confronti, soprattutto per il suo progressivo ritrarsi su posizioni conservatrici e in taluni casi addirittura reazionarie, rimane tuttavia, con i grandi maestri del Novecento, il cantore della crisi dell'uomo e della società occidentale tra le due guerre mondiali.

Bibliografia

D. Gallup, Thomas Stearn Eliot, Londra, 1952; D. E. S. Maxwell, The Poetry of Eliot, Londra, 1952; M. Praz, James Joyce e Eliot: due maestri moderni, Torino, 1967; A. W. Litz, Eliot in His Time, Londra, 1973; A. Serpieri, Eliot: le strutture profonde, Bologna, 1973; V. Fissore, Invito alla lettura di Thomas S. Eliot, Milano, 1991.

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