Endopròtti

sm. pl. [da endo- prōktós, ano]. Phylum (Endoprocta) di animali invertebrati chiamati anche Calissozoi o Camptozoi e un tempo riuniti agli Ectoprotti a costituire i Briozoi. Propri delle acque salate, con la sola eccezione di un genere dulcicolo, hanno dimensioni di pochi millimetri e vivono aderenti a substrati inerti o viventi (Poriferi, Celenterati, Policheti, ecc.). Il loro corpo è costituito da una porzione a calice, in cui si concentrano tutti gli organi, e da un peduncolo di sostegno. Il calice reca tutto intorno una ventina di tentacoli, i quali, grazie al movimento delle cellule ciliate che li rivestono internamente, determinano l'afflusso delle particelle alimentari alla bocca, situata al fondo della concavità interna del calice stesso. Negli Endoprotti i sessi possono essere separati, oppure si ha ermafroditismo generalmente proterandro; la riproduzione può essere sessuata, con produzione di embrioni che vengono ospitati in una speciale tasca di incubazione, oppure asessuata, mediante gemmazione di nuovi individui in corrispondenza del peduncolo; in questo secondo caso si costituiscono colonie formate da numerosi individui. In caso di riproduzione sessuata gli embrioni, a forma di campana, passano attraverso una breve fase di vita planctonica. Gli Endoprotti comprendono due ordini (Solitari e Coloniali) che racchiudono le famiglie Urnatellidi, Pedicellinidi, Loxosomatidi, cui si riferiscono, rispettivamente, i generi Urnatella, Pedicellina, Loxosoma.

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