Esìodo

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(greco Hēsíodos), poeta greco arcaico (forse metà del sec. VIII a. C.). La prima personalità poetica di cui si abbiano notizie storiche. Nacque ad Ascra in Beozia, dove il padre, originario di Cuma, aveva ottenuto delle terre da dissodare alle falde dell'Elicona. Esiodo lavorò i campi paterni col fratello Perse, ma la divisione dell'eredità provocò tra i due una lite, vinta da Perse corrompendo i giudici. Il pigro Perse non sfruttò i suoi poderi, cadde in miseria e minacciò di intentare al poeta un nuovo processo. Per dargli migliori consigli e dissuaderlo dal suo proposito Esiodo compose un poemetto, Le opere e i giorni. Egli infatti esercitava anche la professione dell'aedo e come tale vinse una gara poetica a Calcide, nell'Eubea. Le leggende posteriori parlano anche di una sua tenzone con Omero. Morì ad Ascra, ma a Naupatto si pretendeva che il corpo del poeta, ucciso in un agguato durante un viaggio e buttato in mare, fosse miracolosamente approdato sulle coste di quella città, e là seppellito. Comunemente si riconoscono come suoi tre brevi poemi: Teogonia, Le opere e i giorni, Lo scudo; ma l'antichità gliene attribuiva molti altri, tra cui un Catalogo delle donne noto anche come Eee e alcuni sull'arte divinatoria. La Teogonia (1022 versi) porta all'inizio il nome del suo autore, ispirato dalle Muse a comporla mentre pascolava le pecore ai piedi dell'Elicona, il monte a esse sacro. Descrive la nascita dell'universo dalle origini al regno di Zeus e la genealogia degli dei. Opera di compilazione, la Teogonia manca completamente di unità e non è priva di contraddizioni interne, né di interpolazioni successive. Ma la sapiente ripresa dei più antichi miti e delle più antiche credenze dell'umanità sulla natura del mondo, sulla vita della terra, sull'esistenza di esseri divini ne fecero uno dei testi più venerati dai Greci. Contribuì a questo successo anche il vigore essenziale dello stile e la felicità di alcune formule poetiche. Più personale, di più facile comprensione e quindi di più immediato fascino poetico l'altro poemetto, Le opere e i giorni (828 versi), raccolta di carattere didascalico di norme pratiche per l'agricoltura e la navigazione e di precetti morali e religiosi, non priva però di squarci di grande poesia. L'autenticità dell'ultima parte del poema, i giorni, è negata dalla critica recente. Lo scudo narra assai più brevemente (480 versi) il mito di Cicno figlio di Ares, che viene ucciso da Eracle, protetto da Atena; metà dell'opera è però riservata alla descrizione dello scudo di Eracle stesso, con un procedimento così scoperto di imitazione omerica (descrizione dello scudo di Achille nel XVIII canto dell'Iliade), da far credere ai più che il poemetto, oltretutto scadente, non sia opera di Esiodo, ma di qualche aedo posteriore. La poesia di Esiodo rimane così affidata sicuramente alla Teogonia e alle Opere: poesia semplice, di poche convinzioni, di dure esperienze dirette, di elementi quotidiani e sentimenti comuni; poeta anti-eroico, quasi contrapposto a Omero, Esiodo ha rappresentato nella tradizione greca l'insolito aspetto della realtà dura e non idealizzata.

C. Burzio, Esiodo nel mondo greco sino alla fine dell'età arcaica, Milano, 1938; H. Munding, Hesiod Erga in ihrem Verhältniss zur Ilias, Francoforte sul Meno, 1959; F. Montanari, Introduzione a Omero. Con un'appendice su Esiodo, Firenze, 1990.

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