Euforbiàcee

sf. pl. [da euforbia]. Famiglia (Euphorbiaceae) di piante dell'ordine Malpighiali formata da ca. 6900 specie a distribuzione cosmopolita, ma più frequenti nelle regioni tropicali d'Africa e d'America. Sono erbacee o legnose, spesso succulente e con habitus xerofilo, per cui ricordano le Cactacee. Hanno fiori diclini di varia forma: nudi o con solo calice, raramente con calice e corolla, riuniti in spighe o in racemi o in una particolare infiorescenza detta ciato o ciazio (genere Euphorbia). Caratteristica è la presenza di vasi laticiferi di tipo diverso, per cui di norma queste piante risultano ricche di latici più o meno velenosi, che sovente forniscono droghe medicinali. Diverse Euforbiacee hanno importanza economica come piante alimentari (varie specie di Manihot, dalle cui radici tuberizzate si ricavano la farina di manioca e la tapioca), oppure nel campo industriale (alcune specie di Hevea forniscono il caucciù; alcune piante del genere Aleurites producono olii usati per preparare colori e vernici; da Ricinus commmunis si ottiene il ricino). Numerose specie di Euforbiacee, infine, sono coltivate nei giardini e nelle serre per il notevole valore ornamentale (genere Acalypha, Croton, Euphorbia, Codiaeum, ecc.).

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