Frati Minóri Francescani, Órdine dei-

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Organizzazione dell'ordine

Ordine religioso mendicante (Ordo fratrum minorum, abbreviazione O.F.M.), fondato nel 1209 da Francesco d'Assisi che dettò per esso una breve regola, approvata verbalmente nel 1210 da papa Innocenzo III e ufficialmente da Onorio III nel 1223. A questo primo ordine si affiancarono contemporaneamente il secondo ordine femminile delle clarisse e il terzo ordine dei laici, o terziari francescani. Il fondamento ideale dell'ordine era costituito dalla vocazione a una vita di povertà evangelica e di predicazione, secondo il modello di Gesù e degli apostoli: non solo ogni singolo membro dell'Ordine dei Frati Minori Francescani doveva essere povero, ma, a differenza dei più antichi ordini monastici, l'ordine stesso nel suo complesso doveva rinunciare a ogni possesso. Una stabile organizzazione venne elaborata secondo un rigido schema gerarchico: un generale (minister generalis, eletto ogni 12 anni) alla guida dell'ordine; alle sue dipendenze i provinciali (ministri provinciales, sovrintendenti alle province) e sotto di questi i custodi (sovrintendenti alle custodie, in cui si ripartirono le province) e i guardiani (superiori dei conventi). Resa stabile da una tale saldezza organizzativa, la diffusione dei francescani fu molto rapida in ogni parte d'Europa: nel 1217 già erano presenti in Francia e dal 1221 in Germania, mentre, con l'avvento dell'età moderna, presero parte in misura assai rilevante alle missioni cattoliche. Tipico della diffusione dell'Ordine dei Frati Minori Francescani fu, a differenza dei precedenti ordini monastici, l'insediamento prevalentemente urbano. Altro fenomeno importante fu la presenza francescana nel mondo della cultura medievale, in specie nelle maggiori università europee, come quelle di Parigi e di Oxford: tra il sec. XIII e il XIV si svilupparono scuole teologiche francescane cui spetta un posto di grandissimo rilievo nella storia della filosofia scolastica, e che ebbero quali esponenti del proprio pensiero filosofi come Alessandro di Hales, Bonaventura di Bagnorea, Ruggero Bacone, Giovanni Duns Scoto, Guglielmo di Occam.

Cenni storici

La storia interna dell'Ordine dei Frati Minori Francescani è stata per lungo tempo caratterizzata essenzialmente dall'insorgere di sempre rinnovati dissidi intorno alla questione dell'osservanza della regola e dell'ideale di povertà assoluta che avrebbe dovuto informare di sé la vita dell'ordine. Già nel periodo immediatamente seguente la morte di San Francesco, una corrente rigorista si oppose a quella, capeggiata da frate Elia da Cortona (succeduto al santo di Assisi come ministro generale dell'ordine), che tendeva a mitigare l'originaria austerità della regola. Nel corso del sec. XIII l'opposizione si venne sempre più radicalizzando: contro i Fratres de communitate, eredi della tendenza antirigorista, si levò insistentemente la polemica di quanti si richiamavano alla regola e al Testamento di Francesco d'Assisi (Spirituales o Zelatores), e assumevano altresì come motivo ispiratore delle proprie posizioni il pensiero di Gioacchino da Fiore. Una lunga serie d'interventi papali, tra la seconda metà del sec. XIII e la prima metà del XIV, si risolse con l'emarginazione dall'Ordine delle correnti spirituali più accesamente rigoriste (vedi fraticelli). Nel 1517 la bolla Ite et vos in vineam di Leone X giunse infine a sanzionare la separazione tra i conventuali, seguaci di una regola meno severa, e gli osservanti, o Fratres regularis observantiae (che mantennero la definizione generale di frati minori francescani), che già nel corso del sec. XV avevano conseguito una relativa autonomia: da questi ultimi si divisero ancora, tra il 1525 e il 1528, i cappuccini, caratterizzati da maggiore intransigenza nell'osservanza della regola originaria. Conventuali, osservanti e cappuccini vennero dichiarati rami di un medesimo ordine minorita nel 1909, da papa Pio X.

Bibliografia

F. de Sessevalle, Histoire générale de l'Ordre de St. François, 2 voll., Parigi, 1935-37; D. Cresi, San Francesco e i suoi Ordini, Firenze, 1955; A. Gemelli, Il Francescanesimo, Milano, 1957; S. Chiarello, La Madonna e i francescani, Vicenza, 1990.

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