Garbo, Greta

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nome d'arte dell'attrice cinematografica svedese Greta Louisa Gustafsson o Gustavsson (Stoccolma 1905-New York 1990). Dopo i primi shorts pubblicitari in patria, grazie alla mediazione di due grandi registi europei (M. Stiller, che nel 1924 la rivelò in La saga di Gösta Berling, e G. W. Pabst, che l'anno dopo, in Germania, la pose accanto alla Nielsen in La via senza gioia), Hollywood la trasformò nella più autorevole e romantica diva del secolo. Dal 1926 al 1941, in 24 film per la MGM tutti incentrati sulla sua figura di amante totale e insieme inaccessibile, sulle vibrazioni e i misteri di un'anima appassionata quanto rispettabile, costruì di sé un mito che rimase intatto per decenni, anche dopo il suo irrevocabile ritiro dal cinema. Tra le interpretazioni più famose: La carne e il diavolo (1927), due edizioni di Anna Karenina (1927 e 1935), Anna Christie (1930), primo suo film sonoro, lanciato con lo slogan “La Garbo parla!”; Mata-Hari (1932), Grand Hôtel (1932), La regina Cristina (1933), Margherita Gauthier (1936), forse la sua prova più alta, Maria Walewska (1937) e Ninotchka (1939), la sua prima commedia. Con questo film lo slogan fu aggiornato: “La Garbo ride!”, ma il film successivo, Non tradirmi con me (1941), segnò la sua ultima apparizione sullo schermo (e anche il suo unico fallimento). Più che attrice al servizio dei personaggi, fu portatrice di un personalissimo ideale di bellezza che espresse in un volto indimenticabile.

Bibliografia

R. Durgnat, J. Kobal, Greta Garbo, Londra, 1965; N. J. Zierold, Garbo, Londra, 1970; A. Gronowicz, Garbo. La sua storia, Milano, 1990.

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