Gatti, Armand

nome con cui è noto il drammaturgo e regista francese Dante Armando Gatti (Principato di Monaco 1924- Saint-Mandé 2017). Figlio di un immigrato italiano ferito dalla polizia durante gli scioperi del 1938, aderì alla Resistenza e venne deportato dai nazisti. Ha sempre parteggiato per tutti gli oppressi, come gli Indios (Le quetzal, 1960; Il quetzal) e le vittime del franchismo (La passion du général Franco, 1968; La passione del generale Franco) o della speculazione edilizia (Les treize soleils de la rue Saint-Blaise, 1968; I tredici soli di via Saint-Blaise). Dopo un inizio ermetico (Le poisson noir, 1957; Il pesce nero), ha tentato la via di un teatro politico antinaturalistico, influenzato sia da Brecht sia dal costruttivismo russo, usando un linguaggio di un aspro lirismo, culminato in La tribu des Carcana en guerre contre quoi? (1975; Contro cosa lotta la tribù di Carcana?) e Le cheval qui se suicide par jeu (1977; Il cavallo che si suicidò per gioco). Si è anche occupato di televisione, realizzando numerosi documentari, e di cinema, dirigendo L'enclos (1961; Il recinto), sui campi di concentramento e L'autre Cristobal (1963; L'altro Cristobal), su Cuba. Dopo aver svolto, negli anni Ottanta, soprattutto ricerche originali nel campo dell'animazione culturale (ha lavorato con gli analfabeti, i malati psichiatrici, i carcerati, spingendoli a parlare di sé e a instaurare nuovi rapporti con gli altri), nel decennio successivo ha scritto, tra l'altro, L'Enfant-rat (1991; Il bambino-ratto) e La Parole errante (1999; La parola errante). I suoi lavori teatrali sono stati riuniti in un'antologia completa, pubblicata nel 1991.

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