Gustavo II

Adolfo Vasa, re di Svezia (Stoccolma 1594-Lützen 1632). Figlio di Carlo IX e di Cristina di Holstein Gottorp, succedette al padre nel 1611. Essendo ancora in minore età, secondo la legge svedese fu posto sotto la tutela, più formale che sostanziale, di Giovanni Skytte, dal quale ricevette una supplementare e solida educazione. Il momento politico per la Svezia era difficile: da un lato essa era in contrasto con la Polonia, il cui re Sigismondo Vasa rivendicava il trono svedese di cui era stato privato dallo zio Carlo IX, interprete dell'avversione che gli Svedesi provavano per la religione cattolica di cui Sigismondo era fervente seguace; inoltre era in guerra con la Danimarca e la Russia. Dall'altro canto la nobiltà svedese non era più disposta a sopportare il potere assoluto con cui Carlo IX aveva governato il Paese ancor prima di impadronirsi della corona quando, durante l'assenza di Sigismondo, aveva funto da reggente. L'assolutismo era culminato con il cosiddetto massacro di Linköping (1600), uccisione di alcuni capi della grande nobiltà e del loro leader Erik Sparre. Gustavo II prese subito ardite decisioni per la sorte del Paese: accordò sotto giuramento (1611) ulteriori privilegi alla grande feudalità oltre a quelli di cui essa godeva fino dal 1569 e fece del capo del suo consiglio, Axel Oxenstierna, il proprio ministro, ottenendo così la quiete all'interno; concluse immediatamente la pace con la Danimarca (Trattato di Knäred, 1612) pagando una forte indennità per riottenere la restituzione della città di Älvsborg; batté i Russi e col Trattato di Stolbova (1617) acquistò l'Ingermanland e la Carelia tagliandoli fuori dal Baltico. Seguirono anni di riordinamento interno e l'istituzione di Corti d'Appello (Svea hovrätt) che abolirono molte pratiche risalenti al Medioevo (1614); la riorganizzazione sul modello olandese della Cancelleria e della Tesoreria; lo sviluppo dell'Università di Uppsala per la formazione di funzionari efficienti; il miglioramento della produzione delle sbarre di ferro e soprattutto l'improvviso aumento dell'uso del rame di cui la Svezia era grande produttrice e che veniva esportato dalle navi olandesi, favorirono lo sviluppo amministrativo ed economico del Paese. La riorganizzazione dell'esercito sulla base della coscrizione, la riduzione dell'apporto dei mercenari inglesi e scozzesi, l'introduzione d'una ferrea disciplina, l'adozione di formazione di corpi meno numerosi ma schierati più in lunghezza che in profondità (il che dava il vantaggio di poter usare tutte le forze simultaneamente), infine l'adozione di differenti tipi d'armamento per la cavalleria e l'invenzione di moschetti meno pesanti, benché dotati d'un aculeo di ferro (antenato della baionetta), per la fanteria, fecero dell'esercito svedese uno strumento di guerra formidabile. Dopo aver tolto alla Polonia (1621) Riga e la Livonia e aver esteso il controllo svedese su tutto il Baltico orientale, Gustavo II vide con preoccupazione che la sconfitta della Danimarca nella guerra dei Trent'anni da parte delle truppe imperiali metteva in pericolo il progetto di fare del Baltico un lago svedese. Dopo molte esitazioni Gustavo II, anche per sostenere la causa protestante, entrò in guerra con gli Asburgo. Sbarcato a Stralsund nell'estate del 1630, assicuratisi sussidi dalla Francia, alleatosi con l'elettore di Sassonia, Gustavo II avanzò verso l'Europa centrale, prese Lipsia nell'ottobre, sbaragliò gli imperiali di J. T. Tilly a Breitenfeld (settembre 1631), avanzò ancora verso sud, batté ancora Tilly al passaggio del Lech (5 aprile 1632) ed entrò a Monaco di Baviera (7 maggio 1632). Il re svedese divenne l'idolo della Germania protestante e venne chiamato il “Leone del Nord”. Quali fossero i suoi piani politici è difficile dire: forse la formazione d'una confederazione di Stati evangelici sotto la presidenza del re di Svezia; forse la conquista della corona imperiale. Qualsiasi fossero i progetti essi furono ben presto distrutti: assediato a Norimberga da Wallenstein (estate 1632) ripiegò in Sassonia e a Lützen il 6 novembre dello stesso anno, cadde in una dura battaglia combattuta contro Wallenstein. La morte di Gustavo II, nonostante i parziali successi dei suoi discepoli, diede inizio al lento ma inesorabile declino della Svezia dal vertice al quale egli l'aveva portata.

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