Haldas, Georges

poeta svizzero di lingua francese (Ginevra 1917). Nato da padre greco e madre svizzera, Haldas trascorre l'infanzia in Grecia, cogliendo quel senso della relazione tra le due civiltà che traspare in Boulevard des philosophes (1966), La maison en Calabre (1970) e Chronique de la rue Saint-Ours (1973). La forte impronta cristiana si accentuerà nella simbologia del chicco di grano in La confession d'une graine (1983-86) e del mistero degli esseri in La légende des repas (1987) e Le cœur de Tous (1988). Partendo dai luoghi del quotidiano – la strada, il caffè – Haldas risale alle grandi questioni morali e filosofiche. Spesso ci parla dei grandi riti collettivi come in La légende du football (1982) o La légende des repas (1987). Traduttore di Umberto Saba, con cui condivide il gusto per le piccole cose, come lui, cerca nella città e nei luoghi dell'infanzia una metafisica dell'uomo, partendo, appunto, dall'uomo. Tra le altre opere, Intermède marocain (1989), Les minutes heureuses (1989), L’état de poésie (1990), Mémoire et résurrection (1991). Nel 1993 pubblica Les Entretiens de l’aube in cui si esprime sui rapporti tra la sua scrittura e le Sacre Scritture, dando una visione personale della Bibbia. In Pâques à Jerusalem (1995) e in L’échec fertile (1996) parla della relazione dell'Uomo con la Fonte Suprema, attraverso la poesia, sfondo religioso anche per le opere Le Christ à Ciel ouvert (2000), Socrate et le Christ (2002). Tra le altre raccolte di poesie si ricordano Poèmes de Jeunesse (1997) e Poésie complète (2000).

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