Hallström, Per

scrittore svedese (Stoccolma 1866-Nacka, Stoccolma, 1960). Il suo esordio poetico (Lirica e fantasie, 1891) avvenne dopo un'esperienza di lavoro, come ingegnere, negli Stati Uniti. Nella raccolta si avverte infatti un senso di individualistica rivolta contro l'oppressione delle strutture sociali, che l'autore doveva aver maturato nel contatto con il dinamismo ossessivo della società industriale americana. Il pessimismo di questi versi trovò nelle novelle, il suo genere preferito (Uccelli sperduti, 1894; Porpora, 1895), accenti di grandiosità: vi domina il senso della morte vista come mistico annientamento, la sola capace di riscattare l'uomo dalle limitazioni del proprio io (Thanatos, 1900). Critico teatrale del quotidiano Dagens Nyheter, scrisse lui stesso per il teatro (Il conte d'Anversa, 1899; Bianca Capello, 1900; Una commedia veneziana, 1901). Importante anche la sua produzione saggistica (saggi su Merimée, Cervantes, ecc.) e la grande versione integrale del teatro shakespeariano (1922-31).

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