Humboldt, Karl Wilhelm von-

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Biografia

Uomo politico e filosofo tedesco (Potsdam 1767-Tegel 1835). La sua educazione fu influenzata dall'Illuminismo berlinese. Studiò diritto a Francoforte sull'Oder e Gottinga. Dal 1794, a Jena, entrò in contatto con Schiller e successivamente con Goethe. Si recò quindi a Vienna, a Parigi e in Spagna, e nel 1802 a Roma. Nel 1809 fu nominato responsabile per il culto e l'istruzione presso il Ministero degli Interni berlinese e presiedette alla fondazione dell'Università di Berlino. Nel 1814 rappresentò la Prussia al Congresso di Vienna e, nel 1819, disapprovando i cedimenti proposti da Metternich, si ritirò a vita privata.

Il pensiero politico

Sotto l'influsso delle letture kantiane e delle riflessioni sulla Rivoluzione francese, scrisse le Ideen über Staatsverfassungen (1791; Idee sulle costituzioni dello Stato), in cui teorizza l'impossibilità di fondare la vita di uno Stato sui soli principi razionali (come l'Assemblea francese intendeva fare) e la rinuncia all'apriorismo rivoluzionario in favore di un paziente lavoro di guida e sollecitazione dei cittadini. Questa stessa concezione si dispiega pienamente nel successivo Versuch die Grenzen der Wirksamkeit des Staates zu bestimmen (1792; Tentativo di determinare i confini dell'attività statale) in cui Humboldt indaga i limiti dell'azione dello Stato; sia il razionalismo rivoluzionario, sia il dispotismo riformistico dei principi “illuminati” appaiono a Humboldt nemici del libero formarsi della personalità, della spontaneità creatrice e operante dell'individuo: la stessa libertà non può essere imposta né concessa dall'alto, ma deve nascere nei sentimenti del popolo e diventare suo bisogno (Denkschrift über Preussens ständische Verfassung, 1818, Memorie sulla Costituzione tedesca).

Il pensiero filosofico

Nella speculazione filosofica è importante rilevare come per Humboldt la difesa della libertà individuale non vada disgiunta dal senso del dovere (Sollen): con l'individualità è data una tendenza alla realizzazione dell'ideale dell'umanità che è energia, spinta verso un'individualità superiore. Come individuo, ogni uomo è chiamato a realizzare in sé la propria umanità e l'universalità dell'essere uomo. Lo stesso concetto d'ideale, come realizzazione dell'idea nell'individuo, è alla base dell'estetica di Humboldt: l'oggetto prodotto dall'artista è un ideale, un tutto autosufficiente e finalizzato a se stesso; la sua contemplazione ci solleva a una superiore visione della realtà, in cui l'universalità e l'individuazione si propagano alla totalità della natura e al nostro stesso spirito (Aesthetische Versuche über Goethes Hermann und Dorothea, 1797-98, Saggi estetici sull'Ermanno e Dorotea di Goethe). Anche le ricerche di Humboldt sul linguaggio sono in stretta unità con la sua dottrina dell'uomo: lo studio dell'essenza del linguaggio conduce direttamente alla questione dell'essere e del fine dell'uomo. Il linguaggio è infatti una proprietà essenziale dell'uomo, con la quale egli entra in scambievole relazione con il mondo formando gradualmente il suo pensiero (Untersuchungen über die Urbewohner Hispaniens vermittelst der baskischen Sprache, 1821; Ricerche sugli antichi abitanti della Spagna mediante la lingua basca), Über die Kawi Sprache auf der Insel Jaw (postumo, 1836-39; Sulla lingua Kawi dell'isola di Giava).

Bibliografia

C. Menze, Wilhelm von Humboldt's Lehre und Bild vom Menschen, Ratingen, 1965; F. Tessitore, I fondamenti della filosofia politica di Humboldt, Napoli, 1965; F. Hegel, Due scritti berlinesi su Solger e Humboldt, Napoli, 1990.

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