Definizione

Popolazione asiatica costituente la più forte minoranza autoctona del Kazahstan. I Kazachi, il cui nome è stato derivato dal turco kaysak (cavaliere), sono di stirpe turco-mongola e parlano una lingua turco-tatara, per cui si ritiene derivino dalla fusione di genti mongole con più antiche popolazioni turche e turaniche.

Etnologia

In origine allevatori nomadi, soprattutto di cavalli, pecore e cammelli, erano organizzati in clan patriarcali retti da un capo militare (khān). Ogni clan era diviso in due ceti, ai quali appartenevano l'aristocrazia (“osso bianco”) e la gente comune (“osso nero”); nel clan le donne godevano di una certa autonomia e di relativa autorità. Notevole è il patrimonio culturale tradizionale che annovera numerosi poemi epici, narranti le gesta degli eroi (batur), di complessa elaborazione letteraria (oggi trascritta in caratteri russi). Della cultura materiale, oltre alla lavorazione della lana (feltro, tappeti, vestiario), tipici sono la yurta a graticcio, particolare elaborazione della tenda mongola, a pianta rettangolare con pareti costituite da un telaio di legno rivestito di feltro e con tetto cupoliforme, nonché la kibitka, carro coperto la cui struttura è analoga a quella della yurta. Già a partire dal sec. XVI l'originale organizzazione in clan si era trasformata dando origine a più classi sociali e a una progressiva differenza fra Kazachi cittadini e Kazachi nomadi. Sottomessi dai Russi, divennero in parte agricoltori sedentari ma conservarono vive le proprie tradizioni mantenendo una precisa identità etnica che ha influito sulle altre minoranze. Dei circa 7 milioni di Kazachi, la maggioranza abita in villaggi agricoli, molti nelle città e solo piccoli gruppi si dedicano ancora al tradizionale allevamento nomade.

Storia

Alla spartizione dell'impero di Gengis Khān, i Kazachi, suddivisi in varie orde nomadi, si localizzarono nella zona compresa tra i laghi Bajkal e Balhas. Nel sec. XV contribuirono alla formazione dell'impero Oirat. Nel sec. XVI diedero vita, sotto la guida del khān Qāsim prima e poi di Tawakkul, a un regno, situato su di una zona coincidente, all'incirca, con quella dell'odierno Kazahstan, che fu poi distrutto dai Calmucchi. Da allora i Kazachi si suddivisero in tre orde che tra il 1731 e il 1781 furono assoggettate dai Russi. Nel 1845 la politica di colonizzazione attuata dai Russi li spinse a una violenta ribellione che fu tuttavia repressa nel 1847 e a cui seguì una ripresa della colonizzazione a partire dal 1861. Agli inizi del sec. XX nella zona abitata dai Kazachi si erano trasferiti ca. 160.000 coloni russi. Dopo lo scoppio della Rivoluzione d'ottobre, nel periodo 1917-20, elementi autonomisti kazachi, organizzati nella Alaš Orda, costituirono uno Stato autonomo. Nel 1920 il governo sovietico riunì i Kazachi nell'ambito della Repubblica Autonoma del Turkestan, da cui essi si staccarono costituendo, nel 1925, la Repubblica Autonoma dei Kazachi. Nel 1936, infine, venne creata la Repubblica Socialista Sovietica del Kazahstan, indipendente dal 1991 dopo il dissolvimento dell'URSS.

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