Lèdda, Gavino

scrittore italiano (Siligo, Sassari, 1938). Servo-pastore dall'età di sei anni, analfabeta fino a venti, arruolatosi nell'esercito, ha conseguito la licenza media nel 1962. Laureatosi poi in lettere, è diventato docente di glottologia all'Università di Sassari. Si è affermato con Padre padrone (1975; trasposto in film dai fratelli Taviani nel 1977), rendiconto autobiografico di una lotta con le secolari tradizioni del mondo pastorale sardo. Nel 1977 ha pubblicato Lingua di falce, seguito ideale di Padre padrone, e l'anno successivo Le canne amiche del vento. Nel volume composito I cimenti dell’agnello (1995) ha raccolto una serie di saggi, poemetti e racconti realizzati tra il 1975 e il 1989. Ledda ha rivolto particolare attenzione al problema della scomparsa degli antichi idiomi periferici, impegnandosi nel tentativo di salvare la “sua” lingua sarda, contro i rischi di una perdita dell'identità linguistica sentita come una sorta di violenta repressione dell'anima. Nel 1984 ha esordito nel cinema come regista e interprete con Ybris, un originale racconto di ambiente onirico-pastorale. Nel 2007 ha pubblicato Istororra: Su Occhidorzu all'interno dell'opera Cartas de logu. Scrittori sardi allo specchio a cura di Giulio Angioni. 

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