Lemaire de Belges, Jean

poeta francese (Belges, odierna Bavay, Valenciennes, 1473-? dopo il 1520). Fiammingo, preferì il francese alla lingua materna. Fu al servizio di Pietro di Beaujeu duca di Borbone, di Margherita d'Austria, di Luigi XII. Nel corso di tre viaggi in Italia, Lemaire de Belges ebbe modo di scoprire i profondi mutamenti avvenuti nella cultura a opera dell'Umanesimo e di assimilarne alcuni tratti perlomeno formali, passando dalla stretta osservanza delle regole della retorica, care ai rhétoriqueurs (Le temple d'honneur et de vertu, 1503; La plainte du désiré) all'uso della terza rima dantesca, che egli chiama tercet (Contes de Cupido et d'Atropos). Per primo si pose il problema dell'unità della cultura francese e italiana, eredi di quella antica, nel trattatello Concorde des deux langages (1513). La conoscenza dei poeti latini portò toni nuovi, già quasi rinascimentali, nell'Épître de l'amant vert (1510) e nel Temple de Vénus. In prosa e versi scrisse la sua opera maggiore, Les illustrations de Gaule et Singularités de Troye (1509-13), sulle origini storico-mitologiche del popolo francese.

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