Lisimachìa

(greco Lysimácheia; latino Lysimachīa), città ellenistica, fondata dopo il 315 a. C. da Lisimaco che ne fece la capitale della satrapia di Tracia. Edificata sull'istmo del Chersoneso tracico, controllava l'imbocco orientale dell'Ellesponto, posizione importantissima sia dal punto di vista strategico sia da quello economico. Come Alessandria d'Egitto e Antiochia di Siria, Lisimachia costituì solo la facciata ellenica di uno Stato barbaro. In effetti essa divenne ricca e grande ma rimase un'isola di ellenismo rispetto all'entroterra tracio-odrisio. Alla morte di Lisimaco seguì la sorte del regno e fu più volte contesa tra i Seleucidi, i Lagidi, i Macedoni e i Pergameni. Presso Lisimachia i Celti furono vinti nel 277 da Antigono Gonata; alla fine del sec. II a. C. si unì in isopolitia con la Lega Etolica. Assegnata ai re di Pergamo dai Romani nel 188, fu distrutta nel corso del sec. II, durante la guerra tra Attalo II e Diegilis, dinasta della Tracia.

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