London, Jack

scrittore statunitense (San Francisco 1876-Glen Ellen, California, 1916). Povero e autodidatta, a soli ventiquattro anni divenne improvvisamente famoso con romanzi che sembravano incarnare una protesta violenta e aggressiva contro i valori della società borghese americana. La sua vita drammatica e avventurosa (fu pescatore, cercatore d'oro, corrispondente durante la guerra russo-giapponese e in Messico, e sempre vagabondo), fornì sovente lo spunto e il clima dei suoi romanzi, incentrati su personaggi di avventurieri e di diseredati, impegnati in lotte spietate e selvagge per la sopravvivenza, su sfondi esotici o insoliti quali i mari del Sud, i ghiacciai dell'Alaska e gli slums delle grandi metropoli. La narrativa di London si regge sul ritmo delle avventure, sull'intreccio e sulla novità degli sfondi, ma è compromessa da uno stile sovente rozzo e giornalistico nel senso deteriore del termine e da un'ideologia confusa che oscilla tra darwinismo e marxismo, con frequenti cadute nel culto del superuomo di tipo nietzschiano. I suoi romanzi più noti sono The Call of the Wild (1903; Il richiamo della foresta), storia di un cane che seguendo l'istinto ritorna a vivere tra i lupi, The Sea-Wolf (1904; Il lupo di mare), White Fang (1906; Zanna bianca), The Iron Heel (1907; Il tallone di ferro), libro profetico sull'avvento del fascismo, l'autobiografico Martin Eden (1909) e The Valley of the Moon (1913; La valle della luna).

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