Maggiàni, Maurìzio

narratore italiano (Castelnuovo Magra, La Spezia, 1951). La Lunigiana alla fine degli anni Sessanta del sec. XX, tra la durezza della vita operaia e il dramma dell'emigrazione, costituisce lo scenario del romanzo a sfondo autobiografico Màuri, Màuri (1989), con il quale l'autore ha rivelato notevoli qualità inventive: la sua prosa ispirata, intrisa di lirismo, ama mescolare forme dialettali e termini insoliti, appartenenti al linguaggio colto. Dopo i successivi Vi ho già tutti sognati una volta (1990) e Felice alla guerra (1991), esperimenti narrativi a metà fra la memoria soggettiva e la rievocazione di atmosfere storiche, si è imposto all'attenzione di pubblico e critica con Il coraggio del pettirosso, vincitore dei premi Viareggio e Supercampiello 1995: si tratta di un romanzo di forte carica simbolica, una sorta di fuga nella finzione letteraria che, prendendo spunto dalle fantasticherie di un figlio di italiani esuli in un metaforico Egitto, gioca felicemente sull'ambiguo rapporto tra realtà e immaginazione. Con La regina disadorna (1998), tenta di bissare il successo del precedente romanzo. Narra di un prete genovese che si trasferisce come missionario in un remoto arcipelago polinesiano dove trova un “mondo a parte” che lo riporta alla sua infanzia mediterranea. Tra le opere successive di Maggiani sono da menzionare Un contadino in mezzo al mare (2000), È stata una vertigine (2002) e Il viaggiatore notturno, con cui ha vinto il Premio Strega 2005, Meccanica celeste (2010), Il romanzo della nazione (2015), La zecca e la rosa. Vivario di un naturalista domestico (2016) e L'Amore (2018). 

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